Dare un’etichetta a questo libro, o semplicemente confinarlo in un unico genere letterario, non è un’impresa affatto scontata. Ma in fin dei conti non è questo lo scopo, è un libro che spazia tra un’infinità di cose talmente differenti tra loro, che è perfettamente normale avere la sensazione di perdere il filo del discorso. Ma a volte è necessario perdersi per ritrovarsi, ed è esattamente quello che accade tra queste pagine: un viaggio fatto di ricordi, aneddoti, storie attuali e di epoche ben più lontane, con l’umorismo e la delicatezza tipici di Fabio Genovesi.

Già, perché dietro una storia può celarsi un intero universo. Siamo così abituati a vivere secondo regole e rigidi schemi, e a considerare vero solo ciò che è reso inconfutabile dalle prove, che spesso ci perdiamo la potenza e la meraviglia delle storie, soprattutto di quelle che ci riguardano e che nel tempo ci hanno resi quello che siamo. L’autore calca piuttosto la mano su questo aspetto, dicendoci che “Uno può elencare le cause e le conseguenze politiche della Seconda Guerra Mondiale, ma non ha idea di come ha fatto suo nonno a sopravvivere mentre la combatteva, né quando ha conosciuto la nonna, e come hanno fatto a rimanere insieme tutta la vita… Eppure, sono queste le nostre storie, sono scritte in minuscolo ma addosso a noi, e senza di loro semplicemente non saremmo qui.”
Il calamaro gigante non è solo il titolo del libro ma è la metafora perfetta del suo discorso. Per anni se ne è parlato solo come una leggenda, il temutissimo Kraken in grado di affondare navi ed interi equipaggi con le due dimensioni colossali ed i suoi spaventosi tentacoli. Ricercatori, scienziati, esperti, pescatori di passaggio sulla propria barchetta a remi, hanno tentato più volte nel corso dei secoli di portare di fronte al mondo le prove della sua esistenza. Ma il calamaro gigante in fondo è solo una storia, e perché dovremmo credere ad una semplice storia?
“Per secoli pensavamo che non esistesse, in realtà siamo noi che per lui non esistiamo. E questo, insieme alle sue dimensioni prepotenti, è un colpo durissimo al nostro ego.”

Pensiamo di sapere tutto del mare e delle infinite creature che lo popolano, ma il calamaro gigante è la dimostrazione vivente di quanto poco invece ne sappiamo. Per anni, ad esempio, è stato categoricamente escluso dagli esperti che il capodoglio potesse nutrirsi proprio del calamaro gigante, perché non avrebbe avuto la resistenza necessaria per inoltrarsi a mille metri di profondità. Ci abbiamo creduto solo quando ne abbiamo trovato uno morto, affondato laggiù, che ha scambiato un cavo per un succoso tentacolo e ne è rimasto impigliato con la mandibola.
“E il mondo eccolo là, spaventosamente, meravigliosamente sconosciuto, più gigante del calamaro gigante, più colossale del calamaro colossale, smisuratamente più grande di noi.”
Così come ne sappiamo pochissimo, ma su questo si aprirebbe un discorso talmente ampio che l’autore né da solo un piccolo assaggio verso le battute finali, delle isole di plastica che si trovano nel bel mezzo dell’oceano, laddove i rifiuti fanno capolino. La plastica è l’unico materiale al mondo che non può essere distrutto, può essere ridotto in microplastica ma questo non le impedisce comunque di finire in acqua, nello stomaco di tutte le creature che popolano i mari e gli oceani, e di conseguenza anche nel nostro che poi li ingeriamo.

Fabio Genovesi mette sul piatto la realtà dei fatti nuda e cruda, con ironia ma neanche troppo, e si potrebbe anche sorridere di fronte alla sua capacità di affrontare con umorismo argomenti spiacevoli e delicati, ma in conclusione ci lascia comunque un inevitabile senso di amarezza.
“Ognuno di noi ingoia più o meno cinque grammi di plastica a settimana. Come se ogni lunedì mattina ci mangiassimo una carta di credito.”
In queste pagine c’è un continuo susseguirsi di storie, non solo di capodogli e calamari giganti, ma anche storie di vita, come quella tra un ragazzino che osserva la nonna parlare con il marito defunto tutte le sere, e preparargli le patatine fritte per cena. Da piccoli ci crediamo con convinzione alle storie degli adulti, poi cresciamo e le trasformiamo in favole non più adatte a noi, o in sogni irrealizzabili, e così è inevitabile perdersi un po’ della magia di questo incredibile universo, “perché se esiste davvero il calamaro gigante, non c’è più un sogno che sia irrealizzabile, una battaglia inaffrontabile, un amore impossibile.”
E poi: “Dobbiamo ricordarcelo, adesso e sempre. Prima di partire, prima ancora di sapere dove andiamo, dobbiamo sapere dove siamo: noi siamo su una terra dove sono esistiti i dinosauri, e quindi tutto è possibile da queste parti.”L’armonia della natura è dentro ed attorno a noi in ogni momento. Esserne consapevoli è un’occasione di grande felicità, ma dovremmo imparare ad apprezzarla sempre, non solo in retrospettiva o in sua assenza. Questo è il senso più profondo delle sue parole. Una lettura dolce, riflessiva, spiritosa, ma allo stesso tempo anche un grande pugno nello stomaco.
Veronica Saporito
Veronica Saporito: Specializzata in Finanza e Controllo presso una rinomata azienda nel settore della nutrizione sportiva. Appassionata lettrice, dal 2020 scrive di libri su Instagram dove è conosciuta come thatslibridine, e sul suo blog: www.libridine.net, a cui è legata anche una newsletter mensile. Collabora con case editrici, uffici stampa, ed ha supportato come media partner il festival letterario comasco Parolario Junior.
















