Anche se molti studenti la pensano così, la storia è – o dovrebbe essere – più di un mucchio di date e di avvenimenti che si succedono senza soluzione di continuità da imparare a memoria. Ma tant’è.
Qualche tempo fa ho letto un libro che ho trovato fighissimo – forse non dovrei usarla ma è la prima parola che mi è venuta in mente – dal titolo “Con la violenza si risolve tutto ovvero quando la diplomazia getta la spugna” (De Agostini, 2021, 240 pp).
L’ho letto in un paio di giorni, e devo dire che è stato rigenerante approcciarmi alla storia così.
L’autore è Renato Minutolo comico e stand up comedian, appassionato di storia – sua è l’imitazione, riuscitissima, di Alessandro Barbero, tanto per stare in tema.

E la sua passione trasuda da ogni pagina, perché propone questa materia in modo lieve ed ironico, senza però snaturarla o banalizzarla. È anche molto rigoroso perché, ove possibile, cita le fonti da cui attinge. Nulla di più diverso, comunque, da quei noiosissimi tomi universitari pieni di minuscole note a piè pagina su cui tanti perdono giornate intere e che, per essere decifrati compiutamente, necessiterebbero di almeno un paio di lauree (lettere antiche, filologia romanza e un dottorato post-laurea) perché l’approccio è molto frizzante e godibilissimo e dalla sua scrittura si capisce quanto l’autore ami la materia.
Ci sono però alcuni nodi che, a parer mio è necessario segnalare.
La mia prima perplessità riguarda certe citazioni, che mi hanno ricordato quella della quarta egloga di Virgilio: semplici da riconoscere sul momento, ma ardue nel lungo periodo.
Anche certe ‘modernizzazioni’ introdotte nel racconto – ad esempio chat e videochiamate – sembrano un po’ troppo estreme.
Renato, che ho contattato facendogli questi rilievi mi ha risposto innanzitutto ringraziandomi non solo per i complimenti, ma anche per le critiche – e questo credo ne sottolinei la modestia e il piglio di vero studioso e ha aggiunto: “devo dire che in parte condivido la criticità dell’attualizzazione di certi concetti. Anche io mi sono posto il problema. Diciamo però che, essendo un libro che vuole raccontare la storia creando appigli con il lettore, immagini e modernizzazioni mi erano utili per tenere viva l’attenzione e dare anche una sorta di bussola per chi non conosce quel dato avvenimento storico“.
Senza dubbio la sua spiegazione risulta ineccepibile.
In complesso, dunque, il volume è godibilissimo e arguto, e lascia i lettori – non solo gli studenti di cui sopra ma anche chi desidera una libro leggero ma non banale – con la voglia di saperne di più.
E spero che il suo post-scriptum (“…e non sai cosa mi hanno fatto cancellare!!!”) sia foriero di un secondo capitolo.
Silvia Lanzi

Silvia Lanzi: Ho conseguito la maturità magistrale, e mi sono laureata in materie letterarie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con tesi riguardante l’alto medioevo. Ho collaborato per anni con il settimanale “Nuovo Torrazzo” di Crema occupandomi della stesura articoli di vario genere (soprattutto critica letteraria e teatrale e cronaca di eventi quali vernissage et similia). Collaboro con il sito gionata.org in qualità di traduttrice dall’inglese e scrivendo articoli. Sono autrice di due libri: “Libera di volare” (Kimerik, 2006) e “Coincidenze” (Boopen, 2010). Lettrice onnivora – alterno saggi (psicologia, storia, filosofia e arte) e narrativa (soprattutto anglo-americana e scandinava).




