“Libri allo specchio”, una rubrica a cura di Loredana Cefalo: il mercato (video)

L’Italia e i libri: se leggete poco, forse, non è colpa vostra.

Cari amici lettori, preparatevi a una doccia fredda di numeri e una risata amara sul destino della lettura nel Bel Paese. Perché se pensavate che leggere fosse roba da tutti, i nostri due supereroi preferiti, l’ISTAT e l’AIE vi sveleranno la cruda verità: in Italia, leggere è quasi uno sport estremo per pochi audaci.

Nel 2022, appena il 39,3% degli italiani dai 6 anni in su ha dichiarato di aver sfogliato almeno un libro non per obbligo scolastico o professionale. 

E non pensiate che la parità di genere abbia vinto qui: le donne (71%) comprano libri molto più degli uomini (59%). 

Ma c’è il digitale che ci salva! Pia illusione: gli eBook sono arrivati al 30% e gli audiolibri al 15% (con una crescita che fa gridare al miracolo, un +7,1%!). Ma diciamocelo, ascoltare un libro è quasi come guardare la versione film del romanzo: non è proprio la stessa cosa, vero? 

Poi c’è il divario Nord-Sud: se nel Nord il 46,1% legge, al Sud scendiamo a un misero 27,9%.

Fa ridere, ma non troppo, anche il tempo di lettura medio: nel 2024 è crollato a 2 ore e 47 minuti a settimana, rispetto alle 3 ore e 16 del 2023. Praticamente abbiamo a stento il tempo di leggere il bugiardino di un medicinale.

E veniamo al mercato editoriale: dopo un timido recupero post-pandemia (un +1,1% a valore nel 2023, per un totale di 3,439 miliardi di euro – una cifra che fa gola a molti ma che si spalma su troppi), il 2024 ha deciso di riportarci con i piedi per terra.

Nei primi mesi del 2024, siamo a 2,4 milioni di copie in meno rispetto all’anno precedente.  Le librerie fisiche si riprendono un po’ (toccano il 53,7% delle vendite), mentre l’online (che ora è il 41,7%) rallenta. Insomma, abbiamo riscoperto il piacere di toccare la carta, ma solo per poi non comprare.

Ma noi “randagi curiosi” ci siamo chiesti perché leggiamo meno e l’editoria va a picco? 

Rassegnarci: siamo POVERI: con l’inflazione che morde e gli stipendi che non si muovono, il libro è diventato un “bene di lusso”. Spendere 20 euro per un romanzo quando si può avere un mese di Netflix? La scelta è facile, no?

Il grande nemico, però, non è il libro, ma lo smartphone! Social media, serie TV, videogiochi, gattini su YouTube… la nostra attenzione è frullata in mille pezzi. Chi ha il tempo di concentrarsi su 300 pagine quando un video di 15 secondi ti dà la dopamina immediata? Passiamo più tempo a scrollare che a leggere.

Anche chi ci governa ci rema contro la 18App è stata sostituita da due carte, quella della Cultura e quella del Merito che hanno ridotto il potere d’acquisto dei giovani. Praticamente, un incentivo a comprare meno libri. Per non parlare del taglio di 30 milioni di euro alle biblioteche. Beh, significa meno libri nuovi sugli scaffali pubblici e meno possibilità per chi non può comprare. 

E mentre i colossi editoriali stringono i denti, anche aiutati dai contributi diretti e indiretti percepiti per garantire il pluralismo dell’informazione, le case editrici medie e piccole sono in ginocchio. Le medie hanno perso il 9,3% e le micro il 2,5%. Praticamente, se non sei un mostro dell’editoria, la tua esistenza è un atto di coraggio (o follia).

I lettori potenziali sono confusi: vengono pubblicati troppi libri e si finisce sempre per comprare quello di cui “tutti parlano”.

E intanto la cultura della lettura va a farsi benedire: a scuola i ragazzi sono costretti a leggere, spesso senza scegliere nemmeno il titolo e così l’amore per i libri muore sul nascere. È più facile odiare qualcosa se te lo impongono, no?

In sintesi, la lettura in Italia è un campo di battaglia. Tra crisi economica, distrazioni digitali e politiche culturali discutibili, il libro si difende come può. Forse dovremmo iniziare a considerare il leggere un atto di ribellione. Voi che dite?

Loredana Cefalo*


* Mi chiamo Loredana Cefalo, classe 1975, vivo a Cagliari, ma sono Irpina di origine e per metà ho il sangue della Costiera Amalfitana. Adoro le colline, il profumo della pioggia, l’odore di castagne e camino, che mi porto dentro come parte del mio DNA.

Ho una grande curiosità per la tecnologia, infatti da cinque anni tengo una rubrica di chiacchiere a tema vario su Instagram, in cui intervisto persone che hanno voglia di raccontare la loro storia. 

Sono stata una professionista della comunicazione, dell’organizzazione di eventi e della produzione televisiva, settori in  cui ho un solido background. Mi sono laureata in Giurisprudenza e ho un Master in Pubbliche Relazioni.

Ho accumulato una lunga esperienza lavorando per aziende come Radio Capital, FOX International Channels, ANSA e Gruppo IP, ricoprendo ruoli significativi nel settore della comunicazione e dei media, fino a quando non ho scelto di fare la madre a tempo pieno dei miei tre figli Edoardo, Elisabetta e Margaret.

In un passato recente ho anche giocato a fare la  foodblogger e content creator, con un blog personale dedicato alla cucina, una delle mie grandi passioni, insieme all’arte pittorica e la musica rock.

L’amore per la scrittura, nato in adolescenza, mi ha portata a scrivere il mio primo romanzo, “Il mio spicchio di cielo” pubblicato il 16 gennaio 2025 da Bookabook Editore e distribuito da Messaggerie Libri. Il romanzo è frutto di un momento di trasformazione e di crescita. La storia è presa da una esperienza reale vissuta indirettamente e ricollocata nel passato per fini narrativi e per gusto personale. Ho abitato in molti luoghi e visitato con passione l’Europa e le ambientazioni del romanzo sono frutto dell’amore che provo nei confronti delle città in cui è collocato.

“Libri allo specchio”, la nuova rubrica a cura di Loredana Cefalo: le recensioni (video)

La verità nascosta delle recensioni: chi decide davvero se un libro vende?

Dimenticate i critici letterari di una volta e l’idea che le recensioni siano “ben poca cosa”. Nel frenetico mercato del libro digitale, la realtà è molto più complessa e, diciamocelo, sorprendente. Sebbene la qualità delle recensioni su blog e social si sia spesso appiattita – finendo per essere quasi sempre positive, frutto di collaborazioni o persino pagamenti – il loro impatto sulle vendite è tutt’altro che trascurabile. Anzi, è misurabile e potentissimo.

L’Algoritmo è il nuovo oracolo.

Mentre alcuni si lamentano della deriva delle recensioni, noi “randagi curiosi” abbiamo scavato a fondo, guardando ai numeri che davvero contano. I portali di e-commerce e i social media non sono mossi da opinioni, ma da algoritmi. E in questo universo digitale, ogni commento, positivo o negativo, genera “hype” (clamore, fermento) intorno a un’opera editoriale.

EBookFairs parla chiaro e i dati sono sbalorditivi: su Amazon, una singola recensione positiva può far crescere le vendite del 62% nella settimana successiva! Un impatto enorme che pochi osano ammettere.

Ma la vera rivoluzione sta nelle recensioni negative. Incredibile ma vero: anche una critica severa può contribuire all’aumento delle vendite fino al 34%. Perché? Generano curiosità, quel “mistero” che spinge il lettore a volerci vedere chiaro, a farsi una propria idea. Un libro discusso è un libro che esiste e incuriosisce.

Non è BookTok ciò che pensate: i veri influencer sono altrove

Mentre le librerie online sono ancora piene di recensioni lunghissime e dettagliate, la vera battaglia si vince altrove. Sono i social media a fare da padroni, trasformando bookblogger improvvisati in veri e propri micro-influencer e influencer. Questi nuovi opinion leader riescono a orientare ben il 14% degli acquisti di libri!

Ma attenzione a non cadere nell’ultima illusione: l’idea che “se un libro finisce nel BookTok ha fatto bingo” è un mito da sfatare. Contro ogni aspettativa, il social di riferimento per gli acquisti di libri è ancora Instagram, seguito a ruota da Facebook e YouTube. TikTok? Solo in coda. Questo significa che la strategia per il lancio di un libro deve essere mirata e basata su dati reali, non su percezioni o mode passeggere.

Il Nostro Consiglio da “Randagi Curiosi”

Autori e autrici emergenti, case editrici che volete far brillare i vostri ultimi capolavori, il messaggio è chiaro: accaparratevi uno spazio nel calendario editoriale dei bookblogger di riferimento su Instagram, Facebook e YouTube.

E un piccolo segreto, un tocco di genio per generare quel “mistero” che vende: ogni tanto, fate inserire da qualche amico o collaboratore una bella monostella senza commento su Amazon! Potrebbe essere la scintilla che accende la curiosità e trasforma un libro sconosciuto in un bestseller.

La partita della visibilità si gioca qui, tra numeri, algoritmi e la sottile arte di generare interesse, anche quando il commento è solo una provocazione silenziosa.

Loredana Cefalo*


* Mi chiamo Loredana Cefalo, classe 1975, vivo a Cagliari, ma sono Irpina di origine e per metà ho il sangue della Costiera Amalfitana. Adoro le colline, il profumo della pioggia, l’odore di castagne e camino, che mi porto dentro come parte del mio DNA.

Ho una grande curiosità per la tecnologia, infatti da cinque anni tengo una rubrica di chiacchiere a tema vario su Instagram, in cui intervisto persone che hanno voglia di raccontare la loro storia. 

Sono stata una professionista della comunicazione, dell’organizzazione di eventi e della produzione televisiva, settori in  cui ho un solido background. Mi sono laureata in Giurisprudenza e ho un Master in Pubbliche Relazioni.

Ho accumulato una lunga esperienza lavorando per aziende come Radio Capital, FOX International Channels, ANSA e Gruppo IP, ricoprendo ruoli significativi nel settore della comunicazione e dei media, fino a quando non ho scelto di fare la madre a tempo pieno dei miei tre figli Edoardo, Elisabetta e Margaret.

In un passato recente ho anche giocato a fare la  foodblogger e content creator, con un blog personale dedicato alla cucina, una delle mie grandi passioni, insieme all’arte pittorica e la musica rock.

L’amore per la scrittura, nato in adolescenza, mi ha portata a scrivere il mio primo romanzo, “Il mio spicchio di cielo” pubblicato il 16 gennaio 2025 da Bookabook Editore e distribuito da Messaggerie Libri. Il romanzo è frutto di un momento di trasformazione e di crescita. La storia è presa da una esperienza reale vissuta indirettamente e ricollocata nel passato per fini narrativi e per gusto personale. Ho abitato in molti luoghi e visitato con passione l’Europa e le ambientazioni del romanzo sono frutto dell’amore che provo nei confronti delle città in cui è collocato.

SalTo in tazza – Loredana Cefalo al Salone del Libro di Torino 2025 (video)

Sandro Veronesi, durante la sua intervista, ci ha raccontato che, quando diventa troppo nostalgico, c’è una parola d’ordine, una password, che usano in famiglia.

“Papà, TAZZA!” e la nostalgia sembra affogare di colpo nella ceramica immaginaria.

Il Salone Internazionale del libro 2025 si apre con questo piccolo scorcio domestico, uno stratagemma per esorcizzare le sensazioni di noi “diversamente giovani” rispetto al fatto che la vita oggi va velocissima.

“Tre minuti, cinque minuti” nel nostro mondo, che era fatto di libri e un po’ di insana televisione, erano pochissimo. Quante volte avete detto “arrivo fra cinque minuti”. La chiacchierata con Francesca Crescentini, mamma di un bebè e simpatica bookblogger, col nome di @Tegamini, ha fatto ripensare a tutti i presenti quanto, dal momento in cui sono entrati i social a far parte della nostra esistenza, quei cinque minuti siano diventati un’eternità.

Il mondo viaggia a manciate di attimi e mentre tu cerchi di tenere il tuo “pubblico” attaccato a un video di trenta secondi, ce ne sono altri che durano quindici, dieci, otto, che spingono per entrare nelle vite virtuali di tutti.

È un conto alla rovescia verso la visibilità, in cui un lavoro di scrittura viene sostituito da un altro senza un vero perché.

E allora ti ritorna la nostalgia delle pagine scritte, che al SalTo sono tantissime e per tutti i gusti e tasche, del rapporto uno a uno con le persone. Quei momenti in cui il corpo si palesa e si manifesta, mentre sei in due, sul divano, ognuno col suo libro, due chiacchiere, teino e buonanotte. Perché come dice Paolo Nori, candidato al prossimo Premio Strega con Chiudo la porta e urlo, è molto più importante il rapporto a due rispetto alla folla, alla moltitudine, dove la parola diventa un urlo e dove un libro ha poco spazio. “Nel rapporto a due hai un amico con cui condividere le tue miserie” ha aggiunto lo scrittore, con la voce un velo strozzata dal pianto, mentre ricordava un amico caro che non c’è più.

“TAZZA!”

No, non voglio tacere la bellezza che c’è nel vedere una bambina che si avvicina timida ad Altan e gli chiede “di che razza è La Pimpa?” e lui le sorride dicendo che è una specie di cocker.

O la magia dei gruppi di ragazzi e ragazze che a fine giornata si sistemano le calze arrotolate nelle scarpe, uscendo dal padiglione del Salone, con il bottino di libri acquistati, autografati, disegnati e conquistati dopo ore di fila.

Sono troppo melensa? Si, forse si.

Ma in un Paese che a causa del virtuale “non riesce più a ridere” se non per MEME, dove mentalmente si divide il mondo, quello giusto, da quello sbagliato solo per colore, razza, religione e bandiere, in un paese dove anche la cultura fa poco per combattere le guerre ingiuste, i genocidi al di là di un braccio di mare, dove le proteste contro i conflitti e il riarmo vengono accolte come un elemento di disturbo a “chi sta lavorando” e dove per diventare cittadini italiani, come ha raccontato Takoua Ben Mohamed, autrice della Graphic novel Italiana con permesso, ci si impiega anche 23 anni, ho scoperto che essere nostalgici aiuta e ad essere terribilmente melensi e atrocemente sensibili, anche nella folla, non ci si sente troppo soli, soprattutto se si ha un libro fra le mani.

“TAZZA!”

Va bene, tazza sia.

Loredana Cefalo*


* Mi chiamo Loredana Cefalo, classe 1975, vivo a Cagliari, ma sono Irpina di origine e per metà ho il sangue della Costiera Amalfitana. Adoro le colline, il profumo della pioggia, l’odore di castagne e camino, che mi porto dentro come parte del mio DNA.

Ho una grande curiosità per la tecnologia, infatti da cinque anni tengo una rubrica di chiacchiere a tema vario su Instagram, in cui intervisto persone che hanno voglia di raccontare la loro storia. 

Sono stata una professionista della comunicazione, dell’organizzazione di eventi e della produzione televisiva, settori in  cui ho un solido background. Mi sono laureata in Giurisprudenza e ho un Master in Pubbliche Relazioni.

Ho accumulato una lunga esperienza lavorando per aziende come Radio Capital, FOX International Channels, ANSA e Gruppo IP, ricoprendo ruoli significativi nel settore della comunicazione e dei media, fino a quando non ho scelto di fare la madre a tempo pieno dei miei tre figli Edoardo, Elisabetta e Margaret.

In un passato recente ho anche giocato a fare la  foodblogger e content creator, con un blog personale dedicato alla cucina, una delle mie grandi passioni, insieme all’arte pittorica e la musica rock.

L’amore per la scrittura, nato in adolescenza, mi ha portata a scrivere il mio primo romanzo, “Il mio spicchio di cielo” pubblicato il 16 gennaio 2025 da Bookabook Editore e distribuito da Messaggerie Libri. Il romanzo è frutto di un momento di trasformazione e di crescita. La storia è presa da una esperienza reale vissuta indirettamente e ricollocata nel passato per fini narrativi e per gusto personale. Ho abitato in molti luoghi e visitato con passione l’Europa e le ambientazioni del romanzo sono frutto dell’amore che provo nei confronti delle città in cui è collocato.

Musica Randagia: la playlist di settembre 2024

Dal Baltico alla Guinea, dalla Svizzera al Madagascar, dal Mali alla Giamaica, da New York al Libano, questi sono i giri musicali del Randagio per la quarta playlist di Musica Randagia.

La playlist di musica randagia

I musicisti:

Titi Robin, chitarrista e compositore gitano francese;

Nahawa Doumbia, cantante di musica Wassoulou, una regione del sud del Mali, al confine con la Guinea e la Costa d’Avorio;

Hyperculte, duo ginevrino;

Kassa Overall, cantante, batterista e produttore originario di Seattle, da anni sulla scena hip hop newyorkese;

OKI, giapponese dell’Okkaido, la sua musica è un mix di musica tradizionale Ainu e reggae e due;

Cleo Sol, londinese di origini serbo-spagnole;

Charif Megarbane, musicista e compositore libanese;

Rajery, malgascio, virtuoso della valiha, un’arpa tubolare tipica del Madagascar;

Thru Collected, collettivo di artisti visuali e produttori musicali attivo sul territorio napoletano dal 2020;

Toots & the Maytals, ska e reggae dalla Giamaica;

Vieux Farka Touré, maliano, è uno dei figli del leggendario chitarrista Ali Farka Touré;

Gidon Kremer, lettone, è considerato uno dei più grandi violinisti al mondo;

Orchestre della Paillote, gruppo guineano;

Ballaké Sissoko, maliano, maestro di kora;

Chilly Gonzales, pianista canadese residente a Parigi;

Arvo Pärt, compositore estone.

Per ascoltare la playlist randagia di luglio, clicca sulla foto:

“Come la luce dell’alba” – Omaggio a Pio Russo Krauss, di Guido Liotti

Come la luce dell’alba” di Pio Russo Krauss: un racconto sincero sulla necessità di difendere la Bellezza del nostro territorio e dare respiro all’Amore sincero per l’altro. Un’opera che assume ora a pochi giorni dalla scomparsa del suo autore il ruolo di testamento pratico per applicare i principi dell’enciclica “Laudato si'” e costruire speranza partendo dai nostri territori e per tutta la Terra.

Pio Russo Krauss scomparso da pochi giorni è stato medico educatore in ambito sanitario ed ambientale con un forte impegno in ambito sociale ed ecclesiale, é stato presidente del Centro Culturale Giovanile, militante di associazioni ambientali e e pacifiste. E’ fondatore e Presidente dell’Associazione “Marco Mascagna”. 

Con la sua pacata fermezza ha vinto battaglie per la salute e l’ambiente in diversi luoghi della citta’ di Napoli.

Ho avuto personalmente la fortuna di affiancarlo spesso o meglio ancora trovarlo al mio fianco almeno a partire dal 1982, anno in cui da studente alle superiori fui eletto a rappresentare tutto l’Istituto per un progetto di educazione ambientale innovativo per quegli anni e che vedeva lui educatore esterno alla guida.

Per tutti gli amici di vita e di battaglie presenti al suo gremito e sereno funerale è risultato evidente il peso che ora assume questa sua prima e tristemente ultima opera letteraria.

Un testamento non autobiografico, ma per tutti e non solo per chi lo ha conosciuto bene ma anche per chi abbraccerà questo testo all’oscuro di tutto, sarà evidente che si tratta solo di un espediente la scelta narrativa adottata. L’opera comunica con chiarezza un potente e personale vissuto innalzato fin dalle prime soluzioni narrative in un pretesto molto concreto per presentarci una potente e contaminata visione della vita. Un’opera che merita una grandissima diffusione soprattutto nelle scuole in questo tempo.

In “Come la luce dell’Alba” quindi il tratto autobiografico e la finzione del romanzo si presentano in un’interessantissima miscela. La storia, ambientata esattamente 50 anni fa, parla con forza al nostro tempo anche se il contesto locale e nazionale descritto con precisione ci riporta a quegli anni come un esperienza profondamente immersiva. Il romanzo avvincente con una densa struttura che incuriosisce ed emoziona fino alle ultime pagine grazie anche ad un parterre di personaggi per niente banali risulta come già dicevamo al contempo quasi un compendio, applicato al nostro territorio, dei contenuti dell’enciclica “ Laudato Si’” di Papa Francesco. L’autore affida molto della sua esperienza di vita a diversi personaggi immaginari e non solo al protagonista.

In una Chiesa ancorata a vecchie logiche di potere a braccetto con la DC, nei mesi del referendum per il divorzio, durante la crisi petrolifera e la caduta di Franco in Spagna quasi per inerzia, siamo a cavallo tra ’73 e ’74, Sergio, un giovane prete agostiniano colto e coraggioso, compie una piccola rivoluzione collettiva ed infine profondamente personale in una sconosciuta periferia di Napoli occidentale. La storia infatti è ambientata nel quartiere di Pianura che in quegli anni, ma per certi versi ancora adesso, si caratterizza per la ruralità. 

I mostri da combattere fin da subito sono tanti, una Camorra a braccetto con una pessima borghesia e tollerata nei fatti anche dai governanti della città, pronta a sventrare per sempre quel territorio scacciando i suoi indifesi ospiti contadini, il vero presidio della bellezza di quel territorio oltre ad una piccola comunità ancora più debole; un tema nel tema sulle tolleranze e la conoscenza ed il rispetto dell’altro. Si aggiungono, seguendo la narrazione, il tema dell’ignavia che a volte si sviluppa in buona fede ma può creare danni irreparabili, quello del dogma della Chiesa che non aiuta l’applicazione della vera parola del Cristo oltre ad un tema scabroso trattato con molta sensibilità e saggezza dall’autore.

Sullo sfondo della vicenda che si dipana in pochi mesi sentiamo sempre il respiro della natura e le sue stagioni ancora ben definite in quei tempi con un autunno avvolgente, un inverno cupissimo e piovoso ed una primavera che stenta ad arrivare ma che esploderà con tutto il suo Amore nel finale.

L’effetto devastante alla base del racconto, personalmente l’ho potuto osservare direttamente sul luogo nell’immediato post-terremoto. In quella fase l’argine sul dilagare della speculazione edilizia che i protagonisti della storia difendevano insieme a WWF e Italia Nostra con un Antonio Iannello, unico omaggiato con una sua presenza reale oltre al Sindaco dell’epoca, ed una Coldiretti ed il Partito Comunista soggetti che risultavano ancora un riferimento utile, si ruppe quasi definitivamente.

Oggi non è tutto perduto a ben vedere qualche brano di quella ruralità di qualità resiste ancora e va fortemente tutelato. 

Il libro è edito da La Valle del Tempo, Napoli. 

Guido Liotti

Guido Liotti è nato e vive a Napoli. Educatore ambientale e facilitatore di processi partecipati da anni impegnato sul tema della valorizzazione dei paesaggi urbani, prima con il WWF Italia e diversi enti pubblici ed in seguito con l’associazione Lo Sguardo che Trasforma. curando, in veste di regista, attore e autore, eventi riferibili al genere Teatro di paesaggio.Nel 2004 ha contribuito all’adesione della citta’ di Napoli in delega del Sindaco agli Aalborg Commitements per l’aggiornamento della Carta di Aalborg per le Citta’ Europee Sostenibili e partecipate. Ha curato due edizioni del Concorso Nazionale di Progettazione Partecipata e Comunicativa INU WWF e ANCI e la Campagna Educativa del Ministero dell’Ambiente per Le Citta’ Sostenibili a misura di Bambine e di Bambini. Dal 2005 al 2009 ha ideato e gestito lo Sportello Informativo e Partecipativo del Parco Regionale Metropolitano delle Colline di Napoli e ha contribuito alla costituzione del Coordinamento Scale di Napoli, del Comitato il Bosco e la Duna per la tutela della Foresta di Cuma e l’avvio del Quartiere Intelligente a Montesanto. Di recente ha partecipato in qualità di facilitatore ai lavori degli Stati Generali del Turismo Sostenibile di Pietrarsa a cura del MIBAC e fa parte del comitato dei 100 di Green Italia.