“Pensiero stupendo nasce un poco strisciando, si potrebbe trattare di un bisogno d’amore, meglio non dire”, quando ho chiuso l’ultima pagina de ‘L’umile amante’ ho avvertito il desiderio irrefrenabile di ascoltare ‘Pensiero stupendo’, celebre canzone di Patty Pravo.
Perché l’ultimo bellissimo romanzo di Edmund White, tradotto in italiano da Martino Adani, ha molto a che fare con questi versi, con una domanda implicita spontanea: qual è la linea di demarcazione tra bisogno d’amore e desiderio?

Aldwych West è un milionario sulla soglia degli ottant’anni, separato dalla moglie, e da sempre gay. Una vita abitudinaria, scandita dai ritmi parvenu dell’alta borghesia di Manhattan. L’apatia si interrompe quando per caso vede in scena August Dupond, un giovane e bellissimo ballerino franco-canadese, solista del New York City Ballet, interprete delle storiche coreografie di Balanchine.
Quel ragazzo dev’essere suo a qualsiasi costo e pur di conquistarlo Aldwych è disposto a mettere in repentaglio il suo cospicuo patrimonio. Escogita un progetto impossibile che ha l’obiettivo di soddisfare i sogni di gloria del giovane danzatore.
Tra i due ha inizio un legame indefinibile, una storia vertiginosa e ambigua, sospesa tra desiderio carnale e ammirazione spirituale.

Quello che per Aldwych sembra a prima vista un piano ‘sentimentale’ infallibile ha uno scoglio davanti a sé, la moglie di suo nipote. Nonostante i suoi sessant’anni, Ernestine è una donna cinica e sadica (in tutti i sensi, soprattutto nel sesso), anche lei a sua volta vede in August Dupond un frutto proibito da addentare, masticare e sputare, è disposta a tutto per averlo come amante e accompagnatore.
Un triangolo sentimentale inedito e scandaloso, che esplora le diverse sfumature dell’odio e dell’amore, del desiderio sessuale (anche quello della terza età) e del vuoto incolmabile insito nel genere umano.
Una galleria impietosa di miserie umane e ossessioni, di ascese improvvise e cadute repentine. Cacciatori e vittime sacrificali mischiano le carte in tavola in questa incredibile commedia tragica – con un colpo di scena finale debordante – che smaschera le ipocrisie perbeniste degli Stati Uniti.

Una scrittura affilata e raffinata che non concede un attimo di tregua. Non abbiate paura, mettete in gioco la vostra curiosità, questo libro è una delizia, per lettrici e lettori con voglia di sperimentare generi letterari non convenzionali e poco battuti dall’odierno tamtam promozionale editoriale.
Menzione d’onore per Playground Libri, che dal 2004 a oggi continua a fare della sperimentazione la sua cifra stilistica.
“E’ strano come la bellezza, la giovinezza e le dimensioni del cazzo abbiano la meglio sul denaro, la cultura, la gentilezza, e tutte le altre virtù, anche se nessuno è disposto ad ammetterlo. Fingiamo che ci piacciano le persone civili e buone, ma il nostro termometro misura solo il calore fisico.”
Gabriele Torchetti

Gabriele Torchetti: gattaro per vocazione e libraio per caso. Appassionato di cinema, musica e teatro, divoratore seriale di libri e grande bevitore di Spritz. Vive a Terlizzi (BA) e gestisce insieme al suo compagno l’associazione culturale libreria indipendente ‘Un panda sulla luna‘.





