La poesia prometeica di Feruglio (“Figli di un’antica vendemmia”), di Eloisa Ticozzi

Il libro “Figli di un’antica vendemmia “, è scritto dal poeta Nicola Feruglio, edito da Edizioni Croce, della collana “Fuori Collana” diretta dal grande poeta Antonio Veneziani, (collana che si occupa di quei testi transitanti tra generi letterari differenti, esattamente come quello di Feruglio, caratterizzato da una continua oscillazione tra prosa e poesia), prima edizione novembre 2024. Una pagina viene dedicata a un amico, molto importante e guida autorevole per l’autore. Il libro introduce immediatamente all’apparente contrapposizione fra lo spirito apollineo e lo spirito dionisiaco, il primo considerato espressione della creatività e dell’istinto, del sesso e della spregiudicatezza; il secondo imponeva regole morali, schemi comprensivi razionali. Nell’antichità il Dio Pan veniva consacrato nei riti antichi iniziatici, i riti eleusini. La grande Opera si svolgeva proprio nell’orgia, in cui la sessualità veniva trasmessa con riti scanditi in tempi stabiliti. Le due tradizioni esoteriche per eccellenza, riviste in Narciso e Boccadoro (1930) di Hermann Hesse, si contrappongono nell’incarnazione dei due protagonisti. La via della mano destra è la via della preghiera e dell’ascetismo; la via della mano sinistra è la via del sesso tantrico e di pratiche occulte più immediate e veloci per la trascendenza: entrambe ricercano una dimensione spirituale che sfugge alla realtà più comune.

Il poeta fa un riferimento importante alla Beat Generation nel libro, nel quale vengono proposte idee rivoluzionarie contro la violenza, la propensione alla sperimentazione di droghe, di musica innovativa e di esperienze anche mistiche: Jack Kerouac (1922-1969), ha teorizzato, come fondatore, la poesia “on the road”, (in italiano: “sulla strada”), esperendo in prima persona viaggi e nuove connessioni creative. La corrente gnostica eretica dei Cainiti (Feruglio in ogni suo testo manifesta una particolare attenzione alle correnti gnostiche), evidenza come Giuda, sia stato, non traditore nel senso più semplice del termine, ma come elemento chiave che innescherà la morte di Cristo, e quindi, la sua resurrezione per la salvezza del mondo intero. Cristo, pensato come emanazione migliorata del Padre, si è voluto incarnare in un uomo, vivendo prove terrene, con un dolore assoluto denominato Passione. Anche la Teoria dei Neuroni-specchio (Giacomo Rizzolatti – anni ’90), prova scientificamente che l’empatia è insita in noi, nel nostro sistema nervoso. Quando ci connettiamo con qualcuno, si attivano le stesse aree cerebrali della corteccia dell’altro (simulazione incarnata): si potrebbe definire in filosofia un’armonia musicale e una sincronia fra due o più viventi. Il cristianesimo è un’innovazione sia in termini religiosi che in termini antropologici e culturali. Cristo rettifica le leggi antiche ebraiche filtrandole con compassione, empatia e misericordia. La Grande Opera degli gnostici forgia l’anima con la mente e il corpo, proprio come Cristo, unendoli in una vera congiunzione alchemica. La potenza cosmica cristiana è formata da Dio, Cristo, il Dio-figlio compenetrato in una dimensione coinvolgente l’umanità, e lo Spirito Santo, inteso come possibilità di creare il mondo, l’elemento unificante Padre e Figlio.

La poesia “L’insurrezione ecosofica” comunica la sofferenza della terra e del creato; il richiamo al panteismo di antichissime civiltà ci ricorda gli Indiani d’America, che sentivano la natura e gli animali gemere di spirito. Il poeta Feruglio ci definisce metastasi nel corpo di Gaia, qualcosa che si stacca e cresce dalla madre terra, qualcosa che viene nutrita da essa ma soffre. L’agricoltura biodinamica descritta dal teosofo Rudolf Steiner, si incentrava su un’etica di coltura e di sviluppo della terra, sia nella fauna che nella flora. Oggigiorno si affacciano nuovi scenari in cui i diritti degli animali verranno sempre più sostenuti con compassione e coraggio, sperando uno scenario così aderente. La poesia “I gemelli della mia preesistenza” indica una connessione fra fratelli, defunti o meno, che sia scevra della mera biologia, ma che appartenga a un progetto più ampio di umanità. La poesia “L’iniziazione balcanica” è un grido contro le guerre, celebrando lo spirito universale dei popoli, contro le sopraffazioni e la crudeltà. Oggigiorno il mondo è ancora in ginocchio per gli scenari geopolitici instabili che hanno causato dei veri e propri genocidi. La poesia “Versi riconoscenti per Allen” è una poesia dedicata alla Beat Generation e ad Allen Ginsberg (1926-1997), alla ribellione contro schemi e concetti precostituiti, all’insurrezione per la guerra del Vietnam di quel periodo, alla conquista parziale per i diritti di afroamericani, omosessuali, di diversa religione o etnia. Si fa riferimento anche al demone (daimon) della creatività e dell’immaginazione onirica, della poesia come spazio intimo dell’uomo, un rifugio sensibile e libero, lontano dal quotidiano. Ho apprezzato in particolar modo un piccolo riferimento a “Saluto e Augurio” di Pier Paolo Pasolini (1922-1975), (La Nuova Gioventù ,1975), una sorta di testamento paradossale scritto in friulano (nelle prime pagine è un tributo del poeta Feruglio). Pasolini, figura autorevole come Socrate, capisce che la nuova sinistra rifiuta la tradizione in quegli anni, quindi, paradossalmente, cerca di trasmettere la sua conoscenza a un giovane fascista, consapevole che i loro valori sono e saranno per sempre agli antipodi. Tuttavia, egli ricerca il nemico, la persona ostile, per essere liberato di quel fardello di conoscenze troppo alto e supremo anche per lui, perché anziano e stanco. La terra, la tradizione, i campi, sono lo spazio spontaneo e puro; il greco e il latino hanno fondato l’Italia in quanto lingue di cultura. La madre rappresenta la tradizione e dentro essa si situa la Repubblica che dovrebbe inglobare i poveri, gli afflitti e i dimenticati; si tratta della trasposizione laica dei vangeli e degli insegnamenti di Cristo. Ritornare feti nella madre, per Pasolini, significherebbe abbracciare valori antichi, costruendo una civiltà che protegga l’umile, il povero e il diverso. Il ragazzo fascista dalla camicia grigia deve compiere la rivoluzione nel sonno, non nella realtà, essere “il soldato senza violenza”. Il sonno nel quale ogni poeta e artista rifugge per creare e poter pensare a un mondo diverso e più puro. Amleto paragona la morte a un lungo sonno “Dormire, dormire, nient’altro. Sognare, forse. Ma questo è il punto: quali sogni?”; la morte è un sonno eterno del quale non si conoscono ancora la sostanza e il contenuto che rimangono dubbi e misteriosi.  Il dio Dioniso è inteso come divinità primitiva, dal sapere antico, radicato alle viscere della terra e della natura. L’etimologia del nome significa “nato due volte”, in grembo a Semele, la madre, e dalla coscia di Zeus, quindi una doppia origine paterna e materna, una divinità dalla provenienza ermafrodita e alchemica. Inoltre, il nostro daimon risvegliato da Prometeo che ruba la conoscenza, il fuoco eterno, a Zeus, in un atto altruistico per l’umanità, può essere accostato in senso più moderno all’avvento di Cristo, che ruba anch’esso la vita eterna dal Padre per donarcela. Il testo di Feruglio quindi, attraverso il rincorrersi di poesia e prosa, si colora di molteplici suggestioni culturali, esistenziali e autobiografiche, tutte orientate verso l’orgia spirituale intesa come unico antidoto al tecno-totalitarismo, verso l’oltrepassamento estatico del soggetto e della visione storicistica del mondo, verso un poetare prometeico capace di tras-mutare la vita stessa, verso una nuova ed antichissima vendemmia dionisiaca… che come risuona nel sottotitolo del libro, va rimessa in scena qui ed ora.

Eloisa Ticozzi

Nicola Feruglio , scrittore e presidente di Antropologia Terzo Millennio, Venerdì 7 febbraio 2025 (dalle ore 15:00 alle ore 20:00), presso il Conference Center Ecomap di Roma (Sala da Feltre) in Via degli Orti di Trastevere numero 6, realizzerà il Seminario aperto al pubblico dal titolo: “AUTO-REALIZZARSI NELL’EPOCA TRANSUMANISTA” – Il confronto gnoseologico tra tecniche totemiche e tecniche neuro-politiche.

*Il seminario nasce come una delle possibili ramificazioni e applicazioni dei corpi teorico/pratici del Convegno Nazionale di Antropologia Terzo Millennio, intitolato “Guarigioni totemiche”, realizzato il 4 dicembre del 2021, presso Palazzo Falletti a Roma.

Video- promo Seminario :

Per Informazioni e Prenotazioni

rivolgersi a:

segreteria@atmgnosi.org

www.atmgnosi.org

Nicola Romito con “Ancora un viaggio” (Edizioni Tabula Fati)

“Le poesie di “Ancora un viaggio” possono essere considerate delle semplici annotazioni, pagine di un diario, in cui l’Autore si fa fotografo dei suoi sentimenti ed emozioni, dei suoi stati d’animo e sensazioni. In questa sorta di album che dunque contiene istantanee di vita, egli guarda se stesso dal di fuori, come a un altro da sé, e ponendosi da un’altra prospettiva osserva il mondo con altri occhi.

In balìa dell’istinto e dell’irrazionalità, Nicola Romito va oltre le mere apparenze e la superficialità che oggigiorno governano il nostro vivere quotidiano, si lascia alle spalle l’incuria e l’insensibilità che dominano la nostra fugace esistenza in questa società tecnologicamente iperprogredita e in continua evoluzione, e beneficia del ritrovamento della sua propria pace interiore dopo aver attraversato il caos della realtà.

Ne consegue che i suoi versi se da un lato sono lucidi e oggettivi, dall’altro, proprio per questa caratteristica di crudezza e spietatezza, graffiano e restano impressi nella mente del lettore.”

Dalla quarta di copertina di “Ancora un viaggio”

Da “Ancora un viaggio” vi proponiamo due componimenti poetici:

Non sostengono il tetto

queste travi.  

Sostengono vergogne e storie in rovina.  

Sono solide, di legno antico,  

pure e lucide come gli occhi della quiete.

 

Ne avranno visti di sbadigli,

di corpi affranti,  di fame e di sogni spezzati,  

di anime perdute  

che si trascinano nella polvere.

 

Queste travi sostengono le ragioni

mentre vite e libri continuano a bruciare,  

illuminando il ballo solitario  

di un geco mutilato,  

che cerca la sua coda tra le ombre,  

mentre il mondo silenziosamente crolla.

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Il poeta graffia
e scava nel tempo, senza frastuono.
Silenziosamente,
scrive di getto
ciò che vede e sente:
un ricordo,
un urlo,
un’ultima bestemmia.

Ma rileggere è fatica.
Le parole, come artigli,
poche, essenziali,
crude, ma vere,
avvolgono senza soffocare.

Il mio gatto è un poeta.
I suoi artigli lasciano solchi
nella mia pelle,
nelle pieghe di questo divano.
Le sue vibrisse tracciano lo spazio
senza invadere il mio.
La coda oscilla come un pendolo,
accarezza il tempo,
domanda e offre sicurezza.

Forse ho vissuto troppo,
ma solo ora comprendo:
anche nel silenzio più profondo,
i poeti fanno le fusa.
Le loro parole, come carezze,
restano disarmanti,
e non chiedono altro.

Nicola Romito, di origini campane, è nato nel 1959. Laureato in Matematica lavora nel campo dell’information techology da quasi 40 anni. Già da adolescente ha sentito il bisogno  di annotare dei suoi pensieri, come se fossero pagine di un suo diario quotidiano. Pagine segrete in cui riportava sensazioni introspettive e stati d’animo che non avevano nulla a che fare con colui che “appariva” verso il mondo che lo circondava.
Questa abitudine, che poi è diventata quasi una necessità rituale, lo ha accompagnato durante tutta la sua vita. Romito è alla sua seconda raccolta poetica.

Dimmimiunapoesia: Patrizia Valduga, Poesie Erotiche (Einaudi), di Mirko Di Meo

In questa rubrica de il Randagio Rivista Letteraria Mirko Di Meo (Dimmimi_) legge un breve componimento poetico o uno stralcio di prosa accompagnato da qualche parola di commento. Questo video ha per protagonista una quartina di Patrizia Valduga in cui si mette in risalto la sottomissione come forma di godimento. Il linguaggio è diretto, privo di fronzoli. In modo particolare di questa lirica ci piace la narrazione e il ritmo quasi infantile del dettato poetico. I due amanti giocano a rivestire il ruolo dell’insegnante e dell’allieva, un topos letterario, ma anche un binomio in cui il rapporto di potere è sbilanciato. Il gioco è evidente dal primo verso “facciamo che tu sei” che richiama il modo in cui i bambini si costruiscono il mondo finzionale quando giocano a fingersi altri, dunque è subito messo in risalto l’aspetto ludico del sesso.
Mirko Di Meo lo trovi su Instagram come @dimmimi_
Il Randagio Rivista Letteraria è sul web al sito http://www.ilrandagiorivista.com, oltre che su Facebook, Instagram e Threads

Buona visione!

Letture da boomer?

Il lettore Randagio ad inizio mese aspetta con ansia l’uscita di Linus. Vanta una collezione di alcuni decenni, compresi i primi numeri del 1965 dove potevi trovare gente del calibro di Umberto Eco che intervistava Vittorini o Oreste Del Buono. O quelli degli anni successivi, quando ai fumetti di Pazienza o di Bobo o di Claire Bretécher (quella del Porcone) si affiancavano gli articoli di firme (poi divenute davvero) prestigiose come Michele Serra, Stefano Benni, Baricco o Pier Vittorio Tondelli.

Il numero di dicembre da qualche giorno in edicola, arricchito dal calendario del 2024, è dedicato a Tim Burton, il geniale ed eccentrico regista di Batman con Jack Nicholson nei panni di Joker, Edward Mani di Forbice con Johnny Depp, Nightmare Before Christmas o Alice in Wonderland, solo per citare alcuni dei suoi film più famosi.

Scrive Igort, attuale direttore della rivista: ” […] Un piccolo circo felliniano e oscuro conforta la visione di Tim Burton. In un periodo di grandi cambiamenti nel pianeta del cinema e dell’immaginario, fa bene pensare che esista chi esplora la parte meno rassicurante di noi stessi. Poiché in un mondo di eroi di latta anche solo il fatto di amare i solitari, i disadattati, gli incompresi, è un atto politico degno di nota, che fa sperare che dietro le parole e la fascinazione per le immagini ci sia ancora un senso. La vita trepidante che popola i sogni, anzi, no pardon, gli incubi di Tim Burton, che sono diventati anche i nostri, amatissimi”.

Ma questo mese, in edicola, i Randagi più grandicelli proveranno una forte emozione nel trovare dopo trent’anni un gradito ritorno: una Special Edition intitolata ‘Come eravamo 50 anni fa. 1973 l’anno indimenticabile del rock’ di Ciao2001, la rivista che ha “avviato” al Rock intere generazioni di giovani italiani.

Pubblicato dal 1969 a metà degli anni ‘90, ‘Ciao 2001’ è parte integrante del vissuto di tanti ragazzi dell’epoca che lo leggevano avidamente per informarsi sui propri idoli musicali e sui dischi in uscita. Ricco di notizie, recensioni, interviste e foto, spesso il paginone centrale portava un poster da appendere in camera (provocando generalmente l’ira dei genitori) di uno dei grandi miti del rock o del cantautorato italiano. Difficile spiegare ai più giovani quanto posto occupasse la musica nella vita dei loro coetanei degli anni ’70, ma questo numero speciale credo ne dia un’idea alternando nuovi articoli (Daniele Sepe, Michel Pergolani e Renato Marengo tra gli altri) a pagine tratte dalla rivista del 1973 dedicate ai Genesis, Bowie, King Crimson, Dylan, Lou Reed, Bennato, il Banco ecc…, con le firme mai dimenticate di Riccardo Bertoncelli, Fiorella Gentile, Manuel Insolera, Dario Salvatori.

La pubblicazione avrà cadenza bimestrale, è di 112 pagine di carta patinata ed è in vendita al prezzo di 9,90 euro. La mia edicolante, rockettara di lungo corso, mi ha detto “Visto che bello?” E ha aggiunto, forse esagerando un tantinello: “Questa è stata la migliore musica di sempre!”

Gigi Agnano

Randagyuela: il gioco dei preferiti 2023

Ci siamo ritrovati a giocare al gioco dei preferiti e lo abbiamo fatto considerando i libri LETTI, non necessariamente pubblicati, nel 2023.

Così ci siamo dati CINQUE titoli, che a volte giocoforza sono diventati SEI…

Ecco qua, ognuno si prenda le sue responsabilità… 🙂 … e… perdonate il nome del gioco, ma un omaggio a Cortázar noi Randagi pensiamo ci stia sempre bene…

Abel (Feltrinelli) – Alessandro Baricco;

Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea (Mondadori) – Suad Amiry;

Cercatori d’acqua (Giuntina) – Erri De Luca;

Mal di Libia (Bompiani) – Nancy Porsia;

La legalità è un sentimento (Bompiani) – Nando Dalla Chiesa.

Sono tornato per te (Einaudi) – Lorenzo Marone;

Grande meraviglia (Einaudi) – Viola Ardone;

La correttrice (Mondadori) – Emanuela Fontana;

Il ladro di quaderni (Einaudi) – Gianni Solla;

Le due mogli di Manzoni (Solferino) – Marina Marrazza;

La famiglia Manzoni (Einaudi) – Natalia Ginzburg.

La malnata (Einaudi) – Beatrice Salvioni;

Uvaspina (Bompiani) – Monica Acito;

Metamorfosi e altre storie gotiche (La vita felice) – Mary Shelley;

Rinascimento privato (Mondadori) – Maria Bellonci;

Marguerite è stata qui (Neri Pozza) – Eugenio Murrali;

I bambini del maestrale (Neri Pozza) – Antonella Ossorio.

Il lungo inverno di Ugo Singer (Bompiani) – Elisa Ruotolo;

Uvaspina (Bompiani) – Monica Acito;

Elp (Sellerio) – Antonio Manzini;

Una brava madre (Piemme) – Elisabetta Cametti;

Fame d’aria (Mondadori) – Daniele Mencarelli.

Le cattive (Sur) – Camila Sosa Villada;

La figlia unica (La nuova frontiera) – Guadalupe Nettel;

Merluzzo (Nutrimenti) – Mark Kurlansky;

Al di là delle parole (Adelphi) – Carl Safina;

Il museo dell’innocenza (Einaudi) – Orhan Pamuk;

I libri di Jakub (Bompiani) – Olga Tokarczuk.

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Noi Randagi ti ringraziamo per l’attenzione, ma… quali sono i tuoi libri preferiti letti nel 2023?