Ahou Daryaei: cosa possiamo fare? di Francesca Chiesa

6 novembre 2024

Quando ho cominciato a scrivere questo contributo era il cinque di novembre, ieri.

Il tono della mia scrittura era improntato alla tristezza – per la vicenda di Ahou Daryaei, l’universitaria di Teheran che ha deciso di spogliarsi pubblicamente in segno di protesta contro gli agenti che l’avevano molestata perché non portava il velo – ma anche alla speranza che il giorno seguente, oggi, per la prima volta gli USA potessero avere un presidente non uomo e non bianco.

In riferimento a questa situazione avevo iniziato una riflessione a partire dalla domanda che sentivo risuonare nel web delle ragazze italiane.  

«Cosa possiamo fare?» 

Una domanda commovente, anche perché al momento ha una sola risposta: leggete!

Forse arriverà anche il momento in cui sarà necessario anche un aiuto più concreto: per adesso preparatevi, leggete, ma fatelo nella giusta prospettiva! 

Leggete in modo rivoluzionario, come è stato rivoluzionario per le ragazze iraniane leggere Lolita a Tehran. Leggere e scrivere è sempre una rivoluzione ma in modi diversi secondo i tempi e gli obiettivi.

Le scrittrici persiane oggi scrivono quello che le loro giovani lettrici – le più esposte alla morte per carenza di libertà – hanno bisogno di conoscere per continuare ad avere il coraggio di rischiare: che esiste un mondo dove ci si veste a piacere, si parla a voce alta senza paura, si fa l’aperitivo e si fanno mattane. Un mondo dove si ascolta musica e si balla anche nei parchi, dove ci si bacia quando se ne ha voglia e si fa all’amore senza paura.

Le ragazze persiane che vivono in Iran di un mondo cosÌ possono solo leggere e sognare.

Le ragazze persiane per continuare a vivere devono sapere che non sono sole, devono leggere e leggere: per sapere che le ragazze iraniane sono tante e quasi tutte pronte a cambiare il mondo.

Quello che avrei voluto scrivere alle ragazze italiane, è stato superato dai fatti. 

Ieri avrei voluto consigliare loro di non fermarsi alla narrativa contemporanea, ma di rivolgersi con profonda attenzione ai classici persiani perché è lì che troviamo le storie meravigliose delle regine preislamiche: autori che conoscevano e rispettavano il potere delle donne, donne che intrecciavano storie indimenticabili.

Questo, ieri. 

Oggi, sei novembre, è cambiato tutto: il prossimo presidente degli Stati Uniti sarà un uomo appartenente a quel partito repubblicano che ha sempre appoggiato il regime degli Ayatollah. È decisamente difficile credere che la nuova amministrazione cambi orientamento e ponga tra le proprie priorità un appoggio alla lotta per la libertà che sta costando morti e sofferenze alle donne iraniane!

Oggi, a partire da oggi, chi vuole capire l’ Iran, i fatti che hanno determinato la situazione presente e quelli che molto probabilmente seguiranno, non può certo limitarsi a leggere la narrativa contemporanea o le opere classiche che cantano il glorioso passato delle regine achemenidi e sassanidi.

Oggi è tempo di guardare a un passato meno remoto.

Oggi, se siete tristi come me perché è sfumata l’ennesima speranza che le donne iraniane e le donne del mondo potessero avere un’alleata alla guida dell’Impero, lasciate da parte i quotidiani e leggete come hanno “contribuito” alla storia dell’Iran uomini che si chiamavano  Kermit “Kim” Roosvelt e Ronald Wilson Reagan.

Vi propongo tre libri che sono leggermente datati ma appaiono ancora oggi di una stupefacente attualità.

  1. Il primo è “Mossadeq. L’Iran, il petrolio, gli Stati Uniti e le radici della rivoluzione islamica del 1953“. Opera di un coraggioso diplomatico italiano, Stefano Beltrame, che lo pubblica nello stesso anno, il 2009, in cui Barack Obama ammette il coinvolgimento degli Stati Uniti nel colpo di stato che rovesciò, con l’aiuto del clero sciita, il governo nazionalista di Mohammad Mossadeq.
  2. Di Antonello Sacchetti, “Iran, 1979, pubblicato nel 2018: una acuta analisi della rivoluzione khomeinista in tutti i suoi chiaroscuri, compresa ll’oscura vicenda della occupazione dell’ ambasciata statunitense a Teheran, da parte di circa 500 studenti islamici aizzati dall’Imam Khomeini, che avvenne alle 6.30 del 4 novembre del 1979 e determinò la rovina politica del democratico Carter a favore del repubblicano Reagan. 

Antonello Sacchetti conduce anche un interessante podcast su Youtube, dal titolo Conversazioni sull’Iran. In questi giorni potrebbe rivelarsi un ottimo strumento di aggiornamento.

  • Pubblicato nel 2016, “L’Iran oltre l’Iran. Realtà e miti di un paese visto da dentro” è stato scritto da Alberto Zanconato anche sulla base di una lunga e intensa esperienza come corrispondente dell’ANSA a Teheran (1994-1997 e 2001-2011); di grande interesse per illuminare la vera natura dei rapporti tra il “Grande Satana” (=USA) e l’Iran khomeinista.

Ecco qui: da insegnante coscienziosa quale ero – e innamorata dell’Iran com’era e com’è – spero di avere contribuito ad allargare l’area della coscienza.[1]


[1] Qui cito Allen Ginsberg, uno dei padri della beat generation.

Francesca Chiesa

Francesca Chiesa, classe 1955, laureata in filosofia. 

Ha lavorato per il Ministero degli Affari Esteri in Iran, Russia, Grecia, Eritrea, Libia, Kenia. Dal 2019 vive col marito prevalentemente a Syros, nelle Cicladi. 

Pubblicazioni recenti:

Dalla Russia alla Persia – storia di un viaggiatore per caso: Peripezie di un marinaio olandese al tempo di Alessio I Romanov e Suleiman I Safavide, La Case Books, 2023

Una storia di donne persiane: Il romanzo di Humāy e Nahid, La Case Books, 2023