Dopo essere stato licenziato dall’Istituto di Kiel per l’Economia Mondiale per aver rifiutato di rientrare in aereo dalla Papua Nuova Guinea pur di restare fedele al suo impegno di ridurre l’impatto ambientale, Gianluca Grimalda, ricercatore in scienze sociali e attivista, è diventato un simbolo della lotta al cambiamento climatico. Dopo il licenziamento, Grimalda è tornato in Europa da Bougainville (Isole Salomone) senza aereo, in un viaggio di 28.000 km durato 72 giorni. Il libro “A fuoco” (Feltrinelli), uscito lo scorso 4 giugno, è il resoconto di quel viaggio, un diario con digressioni scientifiche, ma anche un documentario sugli effetti dell’emergenza climatica che già colpiscono le periferie del mondo. La sua storia è un invito alla disobbedienza civile e a riflettere sulla necessità di superare la dipendenza dai combustibili fossili.
Abbiamo chiesto a Gianluca Grimalda di parlarci del suo libro.

“Lo scorso 4 giugno è finalmente uscito in libreria per Feltrinelli Editore il mio primo libro, “A Fuoco“.
È il diario del viaggio di 28.000 km percorsi via terra e mare dalle Isole Salomone all’Europa, un viaggio senza aerei nato dalla mia scelta di ridurre le emissioni di CO2, scelta che mi è costata il lavoro di ricercatore.
Di fronte all’ordine dell’ ex datore di lavoro di tornare in aereo dalla mia ricerca sul campo a Bougainville, in contrasto con i miei 15 anni di viaggi lenti per minimizzare l’impatto ambientale, ho scelto di restare fedele ai miei principi, anche a costo di perdere il lavoro. Le mie motivazioni le ho raccontate in dettaglio in questo articolo su The Guardian:
In “A fuoco” ho voluto dare voce alle persone delle periferie del mondo incontrate durante la mia ricerca a Bougainville e lungo il viaggio, che già subiscono gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici.
Ho cercato di trasmettere lo spirito di comunità che regna lungo la Via della Seta, dove sconosciuti si aiutano come fratelli, facendomi sentire a casa ovunque mi fermassi.
Con il supporto di dati scientifici, il libro documenta il rischio di collasso ecosistemico, già evidente in molti dei luoghi che ho attraversato.
È anche un invito a riflettere sulla necessità di un’azione collettiva e anche di disobbedienza civile per contrastare l’aumento delle temperature. Nel testo discuto le basi filosofiche e l’efficacia di queste forme di attivismo.
“A fuoco” è anche un libro personale: racconta molto di me, compreso il mio rapporto a volte difficile con mio padre. Ma, soprattutto, vorrei che questo libro appartenesse e fosse un omaggio alle migliaia di persone della “periferia globale” che ho incontrato, che affrontano il disastro climatico senza essere responsabili delle sue cause, legate allo stile di vita “jet-setting” dei privilegiati del Nord globale.”
Gianluca Grimalda

