“GAP. Grottesco adolescenziale periferico” di Placido Di Stefano, pubblicato da Neo Edizioni, è un romanzo di formazione spietato che affronta le dinamiche dell’adolescenza nel contesto degradato della periferia milanese; una periferia che è luogo di esclusione sociale e culturale, dove i ragazzi crescono nella violenza e in uno stato di abbandono.

L’autore, Placido Di Stefano, lombardo con origini sicule, finalista con questo romanzo al “Premio Nazionale di Narrativa – Neo Edizioni 2024”, affronta tematiche sociali complesse quali la tossicodipendenza giovanile e la prostituzione adolescenziale, attraverso il racconto di una storia individuale segnata dalla solitudine e dalla disperazione.
Al centro della narrazione c’è Fedor, un sedicenne dalla psicologia tormentata, la cui fragilità è acuita dalla perdita della madre e dalla dipendenza da droghe sintetiche. L’amicizia con Leo e il Moro – quest’ultimo figura emblematica di una gioventù che cerca rifugio e forse riscatto nel cinema sperimentale e nella realizzazione di un cortometraggio – rappresenta l’unico barlume di umanità e di speranza.

Lo stile narrativo di Di Stefano, crudo e diretto ma anche lirico e introspettivo, è una delle gemme più innovative del romanzo: una scelta audace e volutamente “delirante” che rinuncia ai dialoghi tradizionali per immergere il lettore in un flusso continuo di pensieri, ricordi, flashback e descrizioni. Questa tecnica si rivela straordinariamente efficace, conferendo al testo una velocità e un ritmo serrato che ricordano lo scorrere incessante di contenuti su uno schermo di smartphone. È un’esperienza di lettura dinamica e avvolgente, che cattura l’immediatezza del sentire giovanile e fa esplodere platealmente il mondo interiore di Fedor con le sue ossessioni, le sue contraddizioni e il suo autolesionismo.
Con lo scorrere delle pagine, attraversate anche da una vena romantica, il lettore resta sospeso tra situazioni sempre più crudeli e pericolose in attesa del colpo di scena, che arriva “in sordina”, tra le nebbie di Fentanyl e bong. Il finale aperto sembra un invito alla speranza e alla riflessione sull’importanza dell’istinto di sopravvivenza nonostante tutto.
“GAP”, in linea con le scelte editoriali della Neo, è un’opera che osa, sperimenta e offre uno sguardo potente e stilisticamente innovativo sull’adolescenza, il lutto e la resiliente, seppur grottesca, ricerca di un senso al vivere in un mondo spaventoso. In estrema sintesi è un libro che vale la pena leggere e che noi Randagi ci sentiamo di consigliare.
Loredana Cefalo*
* Mi chiamo Loredana Cefalo, classe 1975, vivo a Cagliari, ma sono Irpina di origine e per metà ho il sangue della Costiera Amalfitana. Adoro le colline, il profumo della pioggia, l’odore di castagne e camino, che mi porto dentro come parte del mio DNA.
Ho una grande curiosità per la tecnologia, infatti da cinque anni tengo una rubrica di chiacchiere a tema vario su Instagram, in cui intervisto persone che hanno voglia di raccontare la loro storia.
Sono stata una professionista della comunicazione, dell’organizzazione di eventi e della produzione televisiva, settori in cui ho un solido background. Mi sono laureata in Giurisprudenza e ho un Master in Pubbliche Relazioni.

Ho accumulato una lunga esperienza lavorando per aziende come Radio Capital, FOX International Channels, ANSA e Gruppo IP, ricoprendo ruoli significativi nel settore della comunicazione e dei media, fino a quando non ho scelto di fare la madre a tempo pieno dei miei tre figli Edoardo, Elisabetta e Margaret.
In un passato recente ho anche giocato a fare la foodblogger e content creator, con un blog personale dedicato alla cucina, una delle mie grandi passioni, insieme all’arte pittorica e la musica rock.
L’amore per la scrittura, nato in adolescenza, mi ha portata a scrivere il mio primo romanzo, “Il mio spicchio di cielo” pubblicato il 16 gennaio 2025 da Bookabook Editore e distribuito da Messaggerie Libri. Il romanzo è frutto di un momento di trasformazione e di crescita. La storia è presa da una esperienza reale vissuta indirettamente e ricollocata nel passato per fini narrativi e per gusto personale. Ho abitato in molti luoghi e visitato con passione l’Europa e le ambientazioni del romanzo sono frutto dell’amore che provo nei confronti delle città in cui è collocato.

