Jean Philippe Postel: “Il mistero Arnolfini. Indagine su un dipinto di Van Eyck”, di Sonia Di Furia

La penna dello scrittore Daniel Pennac firma la prefazione de “Il mistero Arnolfini. Indagine su un dipinto di Van Eyck” di Jean- Philippe Postel, edito da SKIRA con la traduzione di Doriana Comerlati. Nel presentare il romanzo pone l’accento non tanto sulla descrizione del dipinto, quanto sull’analisi minuziosa e spietata delle numerose illusioni ottiche disseminate nella tavola. I due coniugi non si guardano, sottolinea Pennac, e proprio questa assenza di sguardi si pone per prima alla sua attenzione, facendogli pensare che tutto il quadro sia sviluppato su quegli occhi che si voltano altrove, dove il pittore non ci conduce. Un libro che tiene inchiodati dalla suspence, puntualizza ancora, come nella migliore tradizione del romanzo poliziesco.

La storia ci trasporta nel XV secolo, tempo in cui gli scambi e i rapporti attraverso le rotte marittime mediterranee avevano dato vita ai primi incontri tra esperienze toscane e fiamminghe. I centri italiani in cui era stata più precoce la loro diffusione erano Napoli, fin dagli anni di Renato d’Angiò e poi sotto la dinastia aragonese, e Genova, dove le opere non arrivarono attraverso i rapporti tra le corti, ma attraverso i grandi mercanti e banchieri in relazione commerciale con le Fiandre.

 Giovanni Arnolfini era un mercante lucchese che si era stabilito fin dal 1420 a Bruges, uno dei centri di banca e finanza più importanti d’Europa. Nel 1434 aveva commissionato un ritratto suo e della moglie Giovanna a Jan van Eyck, pittore fiammingo che a quella data era diventato celebre per la qualità innovatrice della sua opera. Le floride condizioni del mercante italiano e l’importanza dell’avvenimento da ricordare nel dipinto, lo scambio, cioè della promessa di fedeltà dei coniugi, giustificano il ricorso al pittore locale più affermato del momento.

Postel mette in discussione ogni verità acclarata, fin dalla prima pagina, a partire dalla realizzazione del quadro, la cui data è scritta sullo specchio, apparentemente dall’artista stesso. Inizia così un romanzo che vuole essere un’indagine, un’analisi. Nessun pittore prima di allora aveva raffigurato un uomo e una donna in una camera da letto, mai re e regine, duchi e duchesse, principi e principesse si   erano spinti a tanto, e di punto in bianco vediamo loro, i coniugi, che si tengono per mano in quell’ambiente intimo e riservato alla coppia. E subito una domanda: chi sono realmente? Risposta che non abbiamo, anche se quella giusta sarebbe: perché sono lì e cosa fanno?

L’opera è esposta alla National Gallery dal 1843 e la sua vicenda storica è travagliata, fatta di secoli di guerre, furti e sparizione, incendi e ritrovamenti. Ma alla fine cos’è questo dipinto, qualcosa di reale o il sogno calmo, morbido e vellutato del suo autore?

Sonia Di Furia

Sonia Di Furia: laureata in lettere ad indirizzo dei beni culturali, docente di ruolo di Lingua e letteratura italiana nella scuola secondaria di secondo grado. Scrittrice di gialli e favolista. Sposata con due figli.

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