‘’Se uno scrittore vale qualcosa’’, ha detto Flannery O’Connor, ‘’ciò che crea avrà la propria fonte in un reame assai più vasto di quello che la sua mente cosciente può abbracciare, e sarà sempre una sorpresa maggiore per lui di quanto non potrà mai esserlo per il suo lettore’’.

Secondo la grande scrittrice statunitense la narrativa e quindi lo scrivere delle storie riguarda tutto ciò che è umano, e noi siamo fatti di polvere, quindi se si disdegna di impolverarsi non si può realizzare sul serio una narrazione.
Ciò significa che ogni persona che scrive deve entrare liberamente dentro una storia e lasciarsi immergere nei chiaroscuri, nelle bellezze e nelle mostruosità umane: essere in questa posizione di libertà significa avere il coraggio di sporcarsi le mani, e questo avviene solo se si è capaci di porsi in ascolto della realtà di ciò che ci circonda.
A Flannery O’Connor era inoltre assolutamente chiaro che le emozioni non devono mai essere descritte ma suscitate. E così l’autrice, con la sua capacità di far percepire direttamente al lettore e con il suo realismo preciso, che verosimilmente subisce l’influenza di William Faulkner, ci trascina nell’America del Sud, nella Bible belt degli Stati Uniti, nella cosiddetta fascia della Bibbia, in cui soprattutto verso la metà del Novecento, la religione aveva un ruolo di primo piano. E in questo contesto l’autrice ci narra di personaggi colti in una loro realtà spesso inesorabile e brutale, a volte spinti da veri e propri automatismi; si tratta quasi sempre storie di decadenza, di case fatiscenti, di esseri umani deprivati, di paesaggi scarni e desolati.
Per esempio nel bellissimo racconto La vita che salvi può essere la tua, all’interno della raccolta Il giorno del giudizio e altri racconti (Il sole 24 ore) si legge:
‘’Lo sguardo pallido e acuto del signor Shiflet aveva già passato in rivista tutto nel cortile – la pompa all’angolo della casa e il grosso fico sul quale tre o quattro galline si preparavano ad appollaiarsi per la notte – e si era spostato su un capanno dal quale spuntava la parte posteriore di un’automobile, quadrata e rugginosa. <<Le signore guidano?>> domandò, <<quella macchina non va da quindici anni >> rispose la vecchia, <<il giorno che mio marito è morto, ha smesso d’andare>>.

In questa storia Flannery O’Connor ci racconta una realtà nuda e cruda; il signor Shiftlet persuade una vecchia signora a sistemarlo nella sua stalla, a farlo dormire nella macchina che era stata di suo marito, a dargli in moglie la figlia ritardata, a dargli tutto ciò che ha e a farli partire con la macchina che ha rimesso a posto per il viaggio di nozze… in realtà vuole esclusivamente impossessarsi della vecchia automobile e trova il modo di abbandonare la ragazza, ma il racconto non finisce qui.
Un altro racconto della stessa raccolta che lascia, a mio avviso, un segno fortissimo è Incontro tardivo con il nemico, in cui ci sono i due personaggi del centenario generale Sash e di sua nipote Sally Poker Sash di sessantadue anni. Lui riesce a parlare solo di donne ed è una specie di essere umano mummificato dal tempo, lei è una donnetta noiosa e petulante, la quale aspetta solo di portare il vecchio agghindato per presenziare al suo diploma. Ma il giorno della festa, mentre il generale viene spinto in carrozzina da un nipote di Sally, verrà dimenticato sotto il sole da quest’ultimo per farsi una coca cola. In questa narrazione c’è tutto lo spirito sferzante e disincantato della O’ Connor nel descrivere alcuni aspetti della natura umana.
‘’lui se ne infischiava totalmente del suo diploma ma non aveva mai dubitato che sarebbe vissuto fino ad allora. Era talmente abituato a vivere da non riuscire a concepire un’alternativa’’
E infine: ‘’C’era un lungo dito di musica, nella testa del generale, e frugava in molti punti che erano parole, e vi lasciava cadere un po’ di luce, aiutandole a vivere. Le parole cominciarono ad avanzare verso di lui, e lui disse <<Che Dio vi fulmini, ve lo proibisco!>>’’
C’è molto spesso nei racconti della O’Connor una realtà quasi agghiacciante ma sempre pervasa da un senso del mistero e di rivelazione di uno stato di grazia; infatti lei stessa ha sostenuto: ‘’Credo che uno scrittore serio descriva l’azione solo per svelare un mistero, naturalmente può darsi che lo riveli a sé stesso, oltre che al suo pubblico. E può anche darsi che non riesca a rivelarlo nemmeno a sé stesso, ma credo che non possa fare a meno di sentirne la presenza’’.
Infatti Flannery O’Connor aveva ben chiaro come i due elementi della materia e del mistero non siano per nulla in contrasto: è proprio attraverso il suo realismo puntuale che la scrittrice pervade le sue storie della dimensione del mistero e così chiede indirettamente ma maniera decisa una predisposizione nell’accogliere questo mistero, attraverso lo svelamento della parola.
Cristiana Buccarelli

Cristiana Buccarelli è una scrittrice di Vibo Valentia e vive a Napoli. È dottore di ricerca in Storia del diritto romano. Ha vinto nel 2012 la XXXVIII edizione del Premio internazionale di Poesia e letteratura ‘Nuove lettere’ presso l’Istituto italiano di cultura di Napoli. Conduce annualmente laboratori e stage di scrittura narrativa. Ha pubblicato la raccolta di racconti Gli spazi invisibili (La Quercia editore) nel 2015, il romanzo Il punto Zenit (La Quercia editore) nel 2017 ed Eco del Mediterraneo (IOD Edizioni) nel 2019, presentati tutti in edizioni diverse al Festival di letteratura italiana Leggere&Scrivere. Con Eco del Mediterraneo (IOD Edizioni) ha vinto per la narrativa la V edizione del Premio Melissa Cultura 2020 e la IV edizione Premio Internazionale Castrovillari Città Cultura 2020. Nel 2020 è stata pubblicata a sua cura la raccolta Sguardo parola e mito (IOD Edizioni). Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo storico I falò nel bosco (IOD Edizioni), presentato all’interno di Vibo Valentia Capitale italiana del libro 2021 al Festival di letteratura italiana Leggere&Scrivere e nel Festival Alchimie e linguaggi di donne 2022 a Narni. Con I falò nel bosco ha vinto per la narrativa la XVI edizione del Premio Nazionale e Internazionale Club della poesia 2024 della città di Cosenza. Nel 2023 ha pubblicato il romanzo Un tempo di mezzo secolo (IOD Edizioni).

