Nuovi Randagi: Miran Bax (Massimo Anania) con “Notte isterica” (Morellini)

Miran Bax, pseudonimo di Massimo Anania, nasce nella nebbiosa periferia di Torino nel 1975.

Nel 2018 pubblica il romanzo “Autostop per la notte” (Miraggi Edizioni) che arriva in finale al premio “Pruno la” nel 2019 e riceve la menzione d’onore al premio “Tre colori” nel 2021.

Nel 2020 pubblica il romanzo “Tutto l’amore che manca” (Miraggi Edizioni).

Vince il premio letterario “Raccontami in 25 parole“ nel 2021 e nuovamente nel 2023, con lo pseudonimo di Miran Bax.

Il suo ultimo lavoro, del 2024, edito da Morellini, s’intitola “Notte isterica“.

Sinossi di “Notte isterica”

Ispirato a un fatto di cronaca torinese che nel 2011 ha fortemente scosso l’opinione pubblica nazionale, questo romanzo si snoda attraverso i racconti in prima persona di quattro personaggi

Mara ha sedici anni, è innamorata di Giuseppe e racconta la tanto attesa “prima volta”. Quando confida al fratello Giacomo di essere stata stuprata da due zingari, lui e alcuni amici organizzano una fiaccolata di solidarietà, con l’idea di radere al suolo il campo nomadi.

E mentre Debora, che ha assistito all’incendio dalla finestra di casa, deve fare i conti con la sua salute psichica, Steve, originario dell’Albania, mette in dubbio la sua appartenenza al gruppo e ne rinnega l’operato. Ma la voglia di andare via e di ricominciare è soffocata dalla paura di restare solo in un luogo in cui egli stesso è uno straniero.

Notte isterica è una lucida analisi del mondo contemporaneo: spietato, razzista e sempre pronto a giudicare.

Estratto di “Notte isterica” per il Randagio

“C’era un sacco di gente in strada, avevano i cartelli con delle scritte e gridavano: bruciamo tutto. Qualcuno aveva lanciato delle bombe incendiarie mentre altri appiccavano il fuoco. Altra gente invece scappava e le fiamme andavano alte nel cielo e le sentivo scoppiettare e ingrandirsi. Il fumo era nero e denso, offuscava la vista e saliva gonfiandosi e mischiandosi alle nuvole che cadevano a terra mentre tutto continuava a bruciare. Il giorno dopo c’era solo odore di fumo, di fango e di povertà nell’aria, la povertà più povera e disgraziata mai vista su questo pianeta. Che cosa poteva esserci di più povero al mondo? Non può esserci niente di più povero di un fazzoletto di terra senza luce, senza acqua e senza bagni dato alle fiamme in nome di un Dio, di un ideale o di chissà che diavolo. Il fatto è che non riesco a cancellare dalla mente le scene di quella sera, io ci provo ma non c’è niente da fare, mi tornano sempre in mente le fiamme, le urla, la gente che scappava e le sirene dei pompieri che non riuscivano ad avvicinarsi al fuoco per spegnerlo perché le persone avevano fatto gruppo e non li faceva passare.”