Andrea Pio Cristiani, iniziatore del Movimento Shalom, sui funerali di Papa Bergoglio

Mi avete chiesto perché non sono andato alle esequie di Papa Francesco, ma ho scelto di ringraziarlo da casa celebrando per lui una messa nel monastero delle clarisse a Fucecchio insieme a coloro che vorranno partecipare.


Sono nauseato dai discorsi che sento anche da parte di coloro che lo hanno avversato e ferito con ingiurie in questi dodici anni di servizio come Vescovo di Roma e dunque capo della Chiesa, primo testimone della Resurrezione del Signore e garante del primato dell’ amore.
I peggiori avversari e denigratori li ha trovati proprio in casa, in gonnella rossa e non c’è da stupirsi considerando la sua guerra ai privilegi, ai fasti, alla ricchezza, alla carriera, ai titoli, agli ossequi, ai palazzi, ai sudditi, ai fronzoli da principesse rinascimentali e al salire e scendere su auto di grossa cilindrata.
Altra grande corrente di nemici è formata anche da diversi di coloro che in queste ore gli rendono omaggio, magari teatralmente commossi … sono loro gli affamatori dei poveri, i detentori delle armi più potenti per annientare il mondo, i fautori delle guerre, i grandi proprietari delle ricchezze derubate ai poveri.


Eccoli piangere coloro che lo hanno deriso. La moltitudine dei poveri privati anche dell’ aria pura, dell’ ecosistema e dell’ acqua potabile , sempre più costretti a fuggire ed eccoli umiliati e respinti. La voce di Francesco si è spenta, chi li difenderà?
La curiosità del mondo verso la Chiesa è rivolta più agli aspetti rituali e istituzionali in quanto sopravvissuta ai secoli, che non al suo reale essere la comunità di Cristo che ha così ben rappresentato Francesco fin dal suo esordio. Contrastato nella sua volontà di riformare la Chiesa, modellandola sul Vangelo, più che con la parola quasi sempre incompresa, ha parlato con i segni, dal mantellino rosso simbolo del potere al suo insediarsi nella camera di un modesto albergo. Dalle visite fraterne ai carcerati, al suo contagioso struggente amore per la gente fino all’ultimo. Basta pensarlo ed emergono alla memoria gesti e parole liberanti. Una eredità che non sarà facile cancellare.
Le “eminenze”, come si fanno chiamare, presto entreranno in conclave per eleggere il successore di Francesco. Ci auguriamo che siano consapevoli che non c’è un potente da eleggere, né un equilibrio da tenere, ma una verità da servire, che è una persona vivente che detesta pompe, privilegi, poteri e ricchezze e che vuole una comunità di eguali che vivono da sorelle e fratelli e che aborriscono nazionalismi, armi e guerre.

Andrea Pio Cristiani – Iniziatore Movimento Shalom

Migrazioni: un processo irreversibile – intervento a cura del Movimento Shalom onlus

Le migrazioni sono consone alla condizione dell’uomo a due gambe, naturali come il suo esistere, il suo vivere, il suo cercare cibo e acqua. L’uomo è da sempre migrato, anche prima di essere homo erectus. Chi si stupisce dei flussi migratori non ha ancora aggiunto al suo essere l’anello dell’homo sapiens, è ancora involuto.

Dunque non è una sorpresa, un fatto nuovo, ma un naturale processo della storia umana acuito dalle differenze sociali e da insopportabili ingiustizie.

Una scellerata economia e un’ assenza di politica globale hanno creato le condizioni per esasperare il problema. Terre ricchissime di risorse di ogni genere, abitate da moltitudini di diseredati, oppressi dalle armi che consolidano i loro dittatori, asserviti alle potenze mondiali e sempre più assetati di potere, ricchezza e armamenti.

La ragione spingerebbe i detentori dei capitali e del potere a distribuire equamente i beni della terra, garantendo a tutti cibo, acqua, scuola e salute. Invece questo sembra essere l’ultima delle preoccupazioni, basti guardare l’ingordigia delle case farmaceutiche e l’iniquo accesso ai vaccini.

La causa prima in assoluto delle fughe in massa dei derelitti è dei paesi ricchi e sfruttatori.

La ricerca dei diritti fondamentali per la vita è sacrosanto per ogni essere umano.

La prima cosa dunque è rimediare alle macroscopiche cause che determinano la necessità di migrare.

Purtroppo però di un piano finanziario globale per sollevare i paesi in via di sviluppo non se ne sente parlare.

È ovvio che non possiamo accogliere indiscriminatamente milioni e milioni di persone, dunque i primi accordi vanno presi con i paesi dai quali provengono e favorire una cooperazione che innalzi il livello economico delle nuove generazioni, insieme ad una sana educazione umana e professionale. È necessario anche disilludere i giovani che il nostro mondo sia il paese delle meraviglie e che lo scintillio della ricchezza ad ogni costo, anche con il crimine, corrisponda alla felicità.

Penso comunque che un ordinato e ragionevole numero di persone giovani che vengono in Europa e dunque anche da noi è auspicabile non solo per dovere di accoglienza, ma anche per la nostra economia.

Non crediamo, come molti dicono che l’Italia sia un paese razzista, pensiamo piuttosto che la cattiva gestione di alcuni di questi giovani prevalentemente africani, senza un’ occupazione o scolastica o lavorativa o sociale, ridotti a fare accattonaggio alle stazioni, ai supermercati, ai parcheggi, davanti le chiese o peggio a spacciare droga nei luoghi più disparati o arruolati dalla malavita o ad affollare le galere creino un sentimento di avversione non tanto verso le persone, quanto verso una politica sempre più inetta e inefficace.

Un paese come il nostro che ha oltre venti milioni di pensionati, che cresceranno ancora di più perché siamo fra i più vecchi al mondo, ha bisogno di persone produttive. Come tutti sappiamo senza i cosìdetti extracomunitari tante fabbriche chiuderebbero.

La loro accoglienza, a prescindere da un inderogabile dovere umano sancito da tutte le costituzioni europee, è una importante opportunità per noi sul piano economico. Vedo nel nostro piccolo universo legato a Shalom quanti affitti si pagano a cittadini italiani e quante persone sono impiegate per la loro assistenza e formazione; se si moltiplicano per tutti i centri di accoglienza escono fuori numeri occupazionali davvero ragguardevoli.

Pensiamo per un attimo a quanti insegnanti andrebbero a casa senza i loro figli che innalzano notevolmente il numero degli alunni.

E presto avremo bisogno anche di persone qualificate non solo per lavori manuali, ma anche di medici e infermieri, tecnici; per quanto riguarda i preti poi… basta aprire gli occhi.

I mutamenti in atto sono inesorabili è un processo al quale dovremo abituarci sapendo anche scoprirne i vantaggi. La varietà delle persone ci mostra il mondo in casa, il confronto con le altre culture e religioni aumenta il bagaglio talvolta scarso delle nostre conoscenze e apre ad orizzonti ampi il nostro pensare.

Non crediamo che sia un problema insormontabile una volta fatto tutto per sviluppare i loro ricchi paesi, fare della nostra Italia una scuola permanente di formazione alla mondialità con percorsi alle attitudini professionali e culturali, visto che siamo il paese che vanta arte, storia e genialità esportata in tutto il mondo.

Quante persone potremmo occupare in questi progetti educativi? L’Italia finalmente potrebbe riscoprire la sua vocazione educatrice ed i giovani una volta formati potrebbero rientrare nei loro paesi per favorire sviluppo o andare ad occupare posti di lavoro che nel futuro saranno sempre più richiesti.

Movimento Shalom onlus