Lucio Dell’Accio: Il tempo del cinema (Giovane Holden Edizioni)

Estratto:

Vedevo il suo volto. Lo sguardo vago, rapito, vinto, e un fine sorriso nascosto nel bianco e nero di una fotografia velata di polvere, graffiata, umida, impregnata di aria senza luce di un archivio. I suoi occhi indecifrabili, carichi di miraggi, in cui riconoscevo il tramonto di chi si è perduto, oltrepassavano il confine tra l’immagine e un altro luogo, un varco invisibile all’osservatore. Teneva calcato obliquo sulla fronte un cappello Homburg di feltro chiaro a falda rotonda, indossava una giacca scura, abbottonata sopra una camicia candida con bottoni gioiello e il colletto a punta da cui spuntava il raffinato nodo della cravatta, e aveva una spilla a forma di corona all’occhiello del bavero. Era la figura scolpita del viveur approdato dall’oceano, il creatore di sconfinati inganni, che rubò l’anima alle contesse d’Europa e conquistò gli onori dei fascisti italiani. Avevo cercato la sua storia senza conoscere il suo vero nome. Lo scoprii in quell’archivio. Edgar Laplante, il grande attore americano, si faceva chiamare Capo Cervo Bianco, il principe pellerossa seguace di Mussolini e fedele amico di D’Annunzio. Lo acclamarono nei teatri e per le strade, lo accolsero in suites sontuose colme di fiori e di suppliche. Fu il dio che stordì le folle. 

[…] La pellicola del film si spezzò nei miei occhi sul primo piano del capotribù pellerossa che cantava Giovinezza. Sentivo il brusio di un proiettore, il rumore cadenzato dei bordi strappati della pellicola che battevano contro le bobine che giravano a vuoto, e vedevo lo sfarfallio della lampada che irraggiava fasci di luce su uno schermo invisibile. Non capivo l’origine di quell’illusione. Attraversavo visioni provvisorie. Ero naufragato nella storia di Capo Cervo Bianco e sognavo un film senza sapere se l’avrei mai girato. Ma questa fu la mia storia in un’altra città, sulla riva di un altro fiume.

Lucio Dell’Accio: estratto da Il tempo del Cinema (Giovane Holden Edizioni).

Lucio Dell’Accio: laureato in cinema al DAMS dell’Università Alma Mater di Bologna. Scrittore e regista, ha girato film di fiction e documetari, tra cui Scene di una strage (2011), docu-film che racconta la strage di piazza della Loggia (Brescia, 28 maggio 1974) – distribuito in dvd, con il libro collettaneo Brescia: Piazza della Loggia, nella collana Storia e Memoria di Ediesse Edizioni. Tiene laboratori di scrittura creativa ed ha pubblicato suoi racconti in antologie e su riviste. Il romanzo Il tempo del cinema, edito da Giovane Holden Edizioni, è uscito nell’estate del 2023, è stato presentato al Pisa Book Festival 2023 e sarà presente al Salone Internazionale del Libro di Torino 2024.