I migranti, soggetti fragili: intervista a Gluaco Iermano, coordinatore Area Minori Stranieri non Accompagnati e Socio Lavoratore della Cooperativa Dedalus

La Dedalus Cooperativa Sociale nasce a Napoli nel 1981 per sviluppare la ricerca sociale sui temi legati al mercato del lavoro nel Mezzogiorno, poi ai , flussi migratori sia dal punto di vista delle sue caratteristiche e evoluzioni, sia per quanto attiene le possibili politiche per affrontare e governare tale fenomeno. In questo quadro, proprio a partire da quanto appreso con la ricerca e l’osservazione, inizia a progettare e realizzare servizi di welfare rivolti alle persone con background migratorio, trasformandosi nel 1997 in cooperativa sociale.

La cooperativa vede oggi impegnati nelle sue attività e nei suoi servizi circa 80 lavoratrici e lavoratori dipendenti gestendo interventi rivolti alla popolazione migrante e non solo, in particolare nei settori dell’accoglienza, della prossimità, del supporto all’inclusione socio-lavorativa, alla promozione dell’intercultura e del contrasto a ogni forma di discriminazione

In questo quadro, nello specifico degli interventi rivolti ai minori del territorio e ai minori soli non accompagnati, circa 20 anni fa, Dedalus apre il primo centro interculturale della città di Napoli (per altro uno dei primi in Italia e sicuramente nel Mezzogiorno). Il Centro interculturale “Nanà” nasce nel 2004 come spazio aperto di confronto sui temi delle diversità, dell’intercultura e dell’integrazione e da sempre promuove iniziative di sensibilizzazione ed informazione su questi temi. 

Abbiamo posto alcune domande a  Gluaco Iermano, coordinatore Area Minori Stranieri non Accompagnati e Socio Lavoratore della Cooperativa Dedalus, impegnato da circa trent’anni nell’ambito dell’immigrazione dell’intercultura, vincitore del Premio Internazionale Child10 Award nel 2020

****Uno dei principali  meriti del Centro Nanà è stato quello di porre l’attenzione sulla fragilità dei soggetti rappresentati dai minori non accompagnati che arrivano in Italia dopo mille traversie e sofferenze.  In pratica, come agite?

minori stranieri soli, in quanto non accompagnati da genitori/parenti e in un paese straniero, sono per evidenti ragioni soggetti fragili; essi rappresentano una categoria di persone la cui caratteristica principale è una vulnerabilità di cui è necessario tenere conto nella loro presa in carico. 

Vivere l’immigrazione in generale, ma ancor di più in questa condizione di fragilità, è un’esperienza esistenziale complessa, faticosa, intensa, traumatica, e comporta un percorso di vita pieno di incertezze, di rischi e di pericoli. La vita e la crescita dei minori stranieri è quindi evidentemente caratterizzata da una “doppia fragilità”. 

I minori stranieri soli vivono una condizione socio-giuridica complessa, in quanto minori/ stranieri/ immigrati, difatti il loro status giuridico è duplice e complesso, perché si trovano tra due normative diverse e spesso opposte: la legislazione nazionale e internazionale sulla protezione dei minori e la cospicua, complessa e spesso restrittiva legislazione sull’immigrazione. Insomma, al minorenne straniero viene garantito un completo e complesso sistema di tutela e protezione, ma quando raggiunge i 18 anni (“e un giorno”) perde la sua protezione per ritrovarsi improvvisamente catapultato nel mondo degli adulti e in un regime normativo restrittivo e discriminante. 

Dal punto di vista educativo, la loro presa in carico è basata sui pilastri metodologici – Programmi Individualizzati, MLC, lavoro di Rete –  e prevede una modalità di intervento integrata, poiché gli adolescenti stranieri – MSNA – necessitano di essere seguiti in maniera individuale, continuativa e attenta da personale fisso e presente, con cui instaurare delle relazioni assidue e quotidiane per creare fiducia e affidamento nei ragazzi stessi. Il tutto deve realizzarsi lottando con il poco tempo disponibile della loro presa in carico (8-12 mesi in media) in cui svolgere le molte attività socio-educative e formativo-lavorative predisposte per loro, per la loro autonomia ed emancipazione. 

****Altro aspetto, il tema dei bisogni: 

Nella pluriennale esperienza napoletana, abbiamo potuto incontrare e conoscere il groviglio socio emozionale dei giovani migranti minorenni e neomaggiorenni, caratterizzato dai bisogni del minore e dai bisogni del migrante; dai bisogni espressi e non espressi, di apprendimento, di affetto/coccole e di autonomia 

Nel percorso di educazione-istruzione-formazione-lavoro, e durante il processo di apprendimento continuo del giovane migrante, vengono usate indistintamente ed in maniera integrata l’Educazione: Formale, informale e non formale

Questo modello di intervento di intervento si è andato definendo negli anni, dal 2004 al 2023, ed ha riconosciuto come validi, opportuni ed efficaci, alcuni pilastri:

  • Il Centro interculturale Nanà come luogo libero, aperto e protetto, per accogliere le fragilità e supportare i bisogni, osservare i fenomeni socio-culturali, in un’ottica di Ricerca-azione volta a mettere a punto futuri interventi e servizi – un centro misto: interculturale e di bassa soglia; 
  • La stretta Integrazione tra i progetti per i Msna (adolescenti stranieri), i Servizi residenziali e il centro Nanà, mediante la continua collaborazione con il territorio e con una rete composta da enti, istituzioni, associazioni, imprese, scuole, ecc.                                                                                                  
  • Il lavoro a tempo pieno degli operatori impegnati nell’Area, per realizzare al meglio i programmi individualizzati dei destinatari, e con l’impiego dei Mediatori Culturali inseriti nell’organico stabile dell’équipe;                                                                                                            

Il Centro Nanà è anche luogo di opportunità per persone migranti e in particolare per minori stranieri non accompagnati. Un luogo dove chi vi accede può gratuitamente essere seguito per la pratica del permesso di soggiorno, orientato ed accompagnato nel mondo servizi al cittadino, avviare un percorso di lingua, essere supportato nei percorsi scolastici per la terza media, avviare la pratica di cittadinanza, partecipare a percorsi di cittadinanza attiva, frequentare un corso sull’uso dei media ed atro.

Il Centro Nanà funge da:

  • Antenna del territorio, per conoscere ma anche per riqualificare
  • Luogo di Ricerca-azione continua sui fenomeni sociali territoriali
  • Luogo di incontro protetto ed alternativo alla strada per socializzazione ed inclusione
  • Sede diurna delle attività dei Msna accolti nei Gruppi appartamenti Dedalus
  • Punto di riferimento dei Msna a Napoli, dove creare relazioni e conoscenze
  • Luogo di incontro dei destinatari con altre realtà (scuole, volontari, ecc.) 
  • Luogo di sostegno per Msna di altre comunità, per ex utenti, per migranti
  • Luogo di memoria, simbolico e pratico, per accogliere e rassicurare i nuovi Msna giunti a Napoli
  • Luogo di lavoro dell’equipe msna

*** Nanà in questi anni ha operato in modo incisivo e concreto: numeri di tutto rispetto ne certificano l’operato. Quanti siete a lavorarci e con che ruoli?

L’équipe dell’Area Msna è composta da circa 11 operatori/ici impegnati in numerose attività, collegate alla gestione del centro Nanà, di 2 gruppi appartamento per minori (Vavisol e Aliante) e di 2 appartamenti di semiautonomia per neomaggiorenni (Pag e Marhaba). 

L’équipe gestisce corsi di italiano, attività di formazione, di socializzazione, di orientamento, di inserimento lavorativo, di relazione con i Servizi Sociali, enti e istituzioni (ministeri, tribunali, questure, ambasciate, CPI, scuole, banche, imprese, ecc.). 

Dal 2004 sono stati più di 4000 i minori stranieri non accompagnati accolti al Centro Nanà.

Dal 2008 sono stati 224 i ragazzi accolti nei 4 appartamenti, per minori e neomaggiorenni stranieri soli.

Amedeo Borzillo

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