Romanzo storico potente, importante e denso, che descrive la società francese nel 1830, lo stesso anno della sua pubblicazione, in costante equilibrio tra satira politico-sociale e introspezione psicologica. La trama prende spunto da un fatto di cronaca, l’affaire Berthet, accaduto nel 1827 in un paesino della Francia, dove Il figlio di un maniscalco aveva ucciso la sua amante, moglie del notaio del paese. Stendhal riprende e arricchisce l’episodio rendendolo un romanzo storico a sfondo sociale ricco di tematiche collaterali. Racconta l’ascesa della borghesia nascente, l’odio di classe, i privilegi della nobiltà e le manifestazioni di un’energia popolare che la società conservatrice della restaurazione reprime. Il rosso e il nero descrive con realismo la struttura sociale della Francia immediatamente precedente la rivoluzione del 1830, i contrasti tra Parigi e provincia, borghesia e nobiltà, gesuiti e giansenisti.

L’analisi psicologica è profonda e dettagliata. L’autore tratteggia un affresco della società reazionaria post-napoleonica mostrando le ambizioni, il cinismo e l’ipocrisia di cui si nutrono quotidianamente i rapporti umani. Secondo Nietzsche Stendhal è l’ultimo dei grandi psicologi francesi. Il protagonista di questo romanzo, Julien Sorel, diventa oggetto di uno studio vero e proprio: ambizione, amore, passato…tutto viene analizzato. Il lettore segue costantemente i meandri del suo pensiero e di quelle delle due donne che lo amano, lo scrittore mette a nudo un caleidoscopio di emozioni, sensazioni e sentimenti. Com’è possibile tradurre in balletto un romanzo così lungo e denso? Il coreografo tedesco Uwe Scholz ci è riuscito, e ha creato nel 1988 l’omonimo balletto, rendendo in movimento un’opera letteraria di straordinaria intensità. Attualmente in scena al teatro dell’Opera di Roma, “Il rosso e il nero”, ripreso dal coreografo ripetitore Giovanni De Palma, già assistente del compianto maestro Scholtz, esprime tutta la forza di una storia di intrighi, passioni, struggimenti e turbamenti.
Julien Sorel, ragazzo di provincia arido e arrivista, mosso da una sfrenata ambizione, tenta la scalata sociale grazie al suo innato talento unito alla determinazione, ma anche all’ipocrisia e gli inganni. Freddo e calcolatore, sembra riuscire nel suo intento fino a quando non viene travolto dalla passione che lo porta alla rovina. La stessa sorte tocca alla sua amante, Madame de Renal, madre dei ragazzi di cui Sorel è precettore. La donna vede la sua vita ideale di moglie di un notabile e madre devota, costruita sul castello di carte dei valori borghesi della Francia del 1830, anno in cui è stato pubblicato il romanzo, distrutta nel momento in cui decide di lasciarsi andare all’amore, prima casto e poi sensuale, che non aveva mai provato. Meno tragica, seppur ugualmente intrisa di disperazione, è l’evoluzione di Mathilde de la Mole, giovane a cui Sorel si lega, probabilmente per interesse, quando è costretto ad abbandonare la sua prima amante, Madame de Renal, in seguito allo scandalo suscitato dalla loro relazione clandestina.
L’atmosfera è a tratti fosca, a tratti idilliaca; la splendida musica di Berlioz, che sembra composta per l’occasione, accompagna perfettamente, crescendo e diminuendo, le varie fasi dell’introspezione psicologica dei personaggi, tutto il pathos dei sentimenti e i vari mutamenti di stato d’animo dei protagonisti. I numerosi e complessi monologhi interiori e i dialoghi, densi di drammaticità, sono tradotti in una coreografia piena di gestualità, estremamente narrativa, quasi cinematografica. Si può parlare di un vero e proprio romanzo ballato, un’opera in cui i movimenti illustrano non solo le parole, ma anche i pensieri, la psiche dei personaggi e tutti i loro mutamenti, la complessità dei rapporti, basati sull’ipocrisia, in una società di tradizione monarchica che assiste alla “pericolosa” ascesa della borghesia.

Straordinaria la capacità comunicativa dei danzatori che interpretano i personaggi principali. Michele Satriano, Primo ballerino, dà corpo ad un Julien Sorel intenso, determinato ma allo stesso tempo disperato. Volto e corpo tesi ad esprimere minuto per minuto l’avvicendarsi di sensazioni ed emozioni, Satriano riesce a coniugare perfettamente l’abilità tecnica tipica del balletto classico con un’interpretazione da grande attore. L’étoile Rebecca Bianchi, nel ruolo di Madame de Rènal, dà prova di maestria e padronanza della scena quando, con leggiadria e competenza nell’esecuzione di variazioni e passi a due riesce a “raccontare” interi capitoli di un romanzo lungo e fitto di risvolti psicologici. La parte estremamente complessa di Mathilde de la Mole è affidata alla prima ballerina Marianna Suriano, che, accanto alla tecnica ineccepibile rivela eccellenti doti drammatiche. Passa dalla spensieratezza frivola della ragazza ricca e viziata, alla rabbia violenta dell’innamorata orgogliosa; dalla gioia della giovane donna che si abbandona all’amore, al dolore lancinante per la perdita del suo amato, che la porta alla follia. Le danze corali rispecchiano perfettamente lo stile di Uwe Scholz, che usa la ripetizione matematica delle combinazioni come si fa con la musica, e ciò rende la coreografia altamente tecnica e dinamica al tempo stesso.
Un balletto originale e poco rappresentato, diverso dal solito sia per la tematica introspettiva, sia perché vede protagonista un eroe tragico, un uomo col suo dramma personale e sociale e non un’eroina romantica come avviene nelle produzioni di repertorio. Ancora una volta il connubio tra danza e letteratura si rivela una scelta vincente.
Serena Cirillo

Serena Cirillo: già consulente per la comunicazione istituzionale al Consolato Americano di Napoli. Giornalista pubblicista, traduttrice, scrittrice, ghost writer. Laureata in lingue e letteratura, specializzata in didattica della lingua italiana agli stranieri. Esperta di letteratura, arte e spettacolo; scrive, anzi narra, di teatro, musica, arti figurative e soprattutto di balletto classico. Ha pubblicato racconti in antologie e ha in cantiere un romanzo ambientato nel mondo della danza. Scrive sulla pagina culturale del quotidiano Cityweek e della rivista Le Sociologie

