L’incipit di “Cose che non voglio sapere” di Deborah Levy, traduzione di Gioia Guerzoni (NNE)

“Quella primavera, quando la vita era complicata e lottavo con il mio destino e semplicemente non riuscivo a vedere dove si potesse andare, mi resi conto che piangevo soprattutto sulle scale mobili delle stazioni. Non succedeva mentre scendevo, ma c’era qualcosa nello stare immobili ed essere trasportati verso l’alto che mi turbava.

Come dal nulla, le lacrime sgorgavano inarrestabili, e quando arrivavo in cima e sentivo le raffiche di vento dovevo sforzarmi per smettere di singhiozzare. Era come se lo slancio che mi portava in su fosse l’espressione fisica del mio dialogo interiore.”

Deborah Levy: “Cose che non voglio sapere”, traduzione Gioia Guerzoni (NNE)

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