Un anno fa, il 26 febbraio 2023, un caicco partito dalla Turchia con a bordo circa duecento persone, a causa del mare forza 5, si è arenato e si è spezzato in due a pochi metri dalla riva del litorale di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. Il tragico bilancio è di 94 morti accertati (34 uomini, 26 donne e 34 minori tra cui molti bambini) oltre a un numero imprecisato di dispersi. Sarà la Magistratura (la chiusura dell’inchiesta è prevista a metà marzo) ad accertare se è vero che le autorità italiane, benché avvisate, non abbiano attivato nessuna operazione di soccorso e se la strage era “prevedibile e evitabile”.
A pochi giorni dall’anniversario del naufragio di Cutro, il Randagio apre una sezione del suo sito dedicata al tema delle migrazioni. Parleremo come è nostra consuetudine di libri (reportage, saggi, narrativa) e daremo spazio a contributi, interventi e riflessioni.

Perché questo focus sulle Migrazioni? Perché parlare “ancora” di Migranti?
Innanzitutto per una questione di umanità perché pensiamo che la sofferenza dell’altro sia affare anche nostro.
Poi perché parlarne dopo la lettura di testi autorevoli, contribuisce a smascherare fake news e pregiudizi e aiuta a ragionare sulla realtà, sulle testimonianze, sui dati, sulle statistiche e non sulla vaghezza delle percezioni.
Parlarne inoltre evita che ci si possa assuefare all’orrore delle stragi, sempre più frequenti nel Mediterraneo e non solo.
Perché il tema dell’integrazione non solo è un argomento così delicato da obbligare a confrontarci con tutta la nostra intelligenza, cultura e sensibilità, ma rischia di essere decisivo per il futuro della democrazia nel nostro Paese e in Europa.
Infine per una sensazione sgradevole per cui, mentre in passato sembravano esserci due schieramenti contrapposti sul tema dell’accoglienza, in tempi recenti invece, in particolare alla vigilia delle elezioni europee, sembra che la politica tutta, per non perdere consensi a beneficio dell’estrema destra, pur di proteggere le frontiere, accetti con leggerezza un’ulteriore riduzione degli standard umanitari e dei diritti delle persone migranti.
Un’Europa concentrata a costruire muri e barriere di filo spinato, che dimentica di essere l’Europa dei diritti, che legalizza il male – peraltro con una spesa insensata di soldi pubblici -, continuerà a determinare morti e sofferenze. E per i prossimi decenni ci troveremo ad aver accumulato un’altra forma di odio sempre più devastante, che non sarà più solo tra etnie o nazioni, ma tra interi continenti.
Gigi Agnano

