Grande Meraviglia di Viola Ardone (Einaudi) di Vincenzo Vacca

Ho finito di leggere Grande Meraviglia di Viola Ardone. Un libro che accompagna il lettore nell’inferno dei manicomi prima della legge Basaglia. I “matti” non solo confinati in luoghi lontani e chiusi dal mondo dei “normali”, ma sottoposti a violenze indegne di un Paese civile. Il libro, non perdendo la sua peculiare caratteristica di un romanzo, affronta brillantemente il rapporto con la follia, in considerazione che la follia è costitutiva di ogni essere umano e ognuno ci fa i conti a partire dall’infanzia. Lo stile letterario di Ardone rende il racconto avvincente e restituisce al lettore una sorta di bilancio, con i risultati conseguiti ma anche con le delusioni, di quella che è stata la stagione basagliana, parte integrante di una entusiasmante stagione politica e sociale di un forte rinnovamento del Paese, di aperture di una serie di Istituzioni. Grande Meraviglia costituisce una prova evidente di come la letteratura può diventare il termometro della storia, avvicinando accadimenti degli anni ’70 con le persone che stanno vivendo i primi vent’anni di questo ultimo secolo e trasmette l’importanza delle libere scelte, ma anche la paura di essere veramente liberi. Non a caso gli esseri umani, anche solo inconsciamente, chiedono di essere liberati dalla loro libertà per affidarsi al Messia del momento. Conseguenzialmente, Grande Meraviglia ci racconta che, per essere veramente liberi, bisogna liberarsi anche da chi ci ha indicato il percorso della libertà. In questo libro c’è tanto altro con diversi protagonisti che esprimono esplicitamente e/o implicitamente le loro svariate, intime, contraddittorie sfaccettature. Un libro da leggere, controcorrente in questa fase storica, fatta di banalizzazione, di rifiuto della complessità.

Vincenzo Vacca