Essere Vyvyan Holland: storia inedita della famiglia Wilde di Lucia Matano

Perché tradurre in Italiano e pubblicare nel 2023 un libro inglese datato 1954? Perché si tratta di un libro fondamentale, di un tassello che mancava nel grande mosaico delle pubblicazioni Italiane dedicate a Wilde e che permette una lettura della sua vicenda personale e familiare da una prospettiva di assoluto rilievo. Sto parlando di Son of Oscar Wilde di Vyvyan Holland, secondogenito del celebre genio, dallo scorso aprile disponibile in tutte le librerie con il titolo Essere Figlio di Oscar Wilde (La Lepre Edizioni). Curata con devozione ed entusiasmo dal figlio di Vyvyan, Merlin Holland, questa biografia finalmente restituisce a un pubblico di studiosi, appassionati e curiosi uno spaccato di vita raramente preso in esame e che pullula di emozioni, dettagli e aneddoti che tengono il lettore incollato al libro fino all’ultima parola.

Oscar Wilde, gigante della letteratura e personalità esuberante, diventa protagonista di questa storia nella misura in cui suo figlio Vyvyan ne racconta le straordinarie doti di padre, non convenzionali per l’epoca vittoriana, regalando a lui e a suo fratello maggiore una parte di infanzia davvero felice. La serenità di casa Wilde viene raccontata in tanti aneddoti e descrizioni che riportano il lettore al lato affascinante del mondo vittoriano, fino al momento in cui la medaglia si capovolge per mostrare l’altra faccia, quella più controversa. All’improvviso esplode lo scandalo che si abbatte su Oscar e che costringe il resto della famiglia a prendere una serie di decisioni sofferte che avranno grosse ripercussioni sulla loro vita futura. Il profilo privato e il profilo pubblico di Wilde vanno a intersecarsi come due rette incidenti, mantenute parallele fino a un attimo prima, provocando una deflagrazione da cui non si tornerà più indietro. Quello che ne segue è un turbinio di situazioni in continuo mutamento, di emozioni taciute, di momenti di tristezza e di grande forza d’animo, filtrati attraverso un pensiero sempre lucido e riversati in una prosa asciutta e diretta che a volte diventa ironia pungente e, a volte, critica senza veli. Il racconto di Vyvyan, che parte dai suoi primi ricordi per giungere all’età adulta, diventa un viaggio catartico attraversato da dolore e solitudine, ma che, nel suo step finale, svela la vera grandezza d’animo di questo ragazzo ormai fatto uomo che decide di osservare dall’alto l’intera tragedia di suo padre e della sua famiglia come un unico immenso quadro in cui nessuno è colpevole e tutti sono vittime di un disegno sociale ipocrita e malato. Una sola persona non riceve il suo perdono, ma l’eleganza di Vyvyan non cede mai a invettive o denigrazioni.

Oscar Wilde torna protagonista nella seconda parte del libro, in cui Vyvyan decide di pubblicare una selezione delle sue lettere giovanili, a cui Merlin in un secondo momento sceglie di aggiungerne altre, mirate a scardinare quell’idea di Wilde, ancora imperante negli anni ‘50, legata solo al suo orientamento sessuale e al processo da cui fu sopraffatto, svelando invece un eclettismo e una vivacità di pensiero difficilmente riducibili a qualsiasi etichetta. Non avendo mai digerito l’ostracismo, gli insulti e la soppressione delle opere subiti da suo padre, Vyvyan abbraccia la causa della riabilitazione del suo nome tra quelli riconosciuti come più influenti della cultura inglese, affinché riprendesse il posto che gli era stato sottratto nell’Olimpo degli dei della letteratura.
Ma è la parte finale del libro a riservare la sorpresa più inattesa: quattro racconti brevi di Wilde mai apparsi in lingua italiana, arrivati fino a noi grazie a una serie fortunata di eventi, anch’essi narrati nel cospicuo apparato di note che va a corredare il testo.

Consideriamo questa riflessione come risposta esauriente al quesito in apertura; un altro ne viene di conseguenza: come mai un testo di tale peso storico, lungi dall’essere sconosciuto nell’ambiente culturale vicino alla figura di Wilde, non era ancora stato tradotto nel nostro paese?
Questa domanda mi ha accompagnato lungo tutto il lavoro di traduzione, insieme alla convinzione che Vyvyan meritava di raccontare la sua versione dei fatti anche in italiano. Come egli stesso spiega a conclusione della Prefazione alla biografia: “Ogni vicenda presenta almeno due aspetti, spesso anche una mezza dozzina. La storia di Wilde è stata scritta da coloro che lo amarono, da coloro che lo odiarono e da coloro che non lo conobbero mai. Così penso che non sia del tutto inappropriato che a raccontarne le conseguenze sia chi, sebbene innocente, ha sofferto in modo incomprensibile, chiedendosi perché non sia stato trattato come le altre persone.”

Lucia Matano