Anne Brontë: “Agnes Grey” (Oscar Classici Mondadori, traduzione di Anna Luisa Zazo), di Veronica Saporito

UN’EROINA DELL’EPOCA VITTORIANA POCO NOTA AL GRANDE PUBBLICO:

UNA STORIA DI RISCATTO, FIDUCIA E RESILIENZA.

Tra le sorelle Brontë, Anne, è probabilmente quella meno conosciuta, ma è anche colei che ci ha lasciato in eredità due tesori preziosi come Agnes Grey e La signora di Wildfell Hall, pur non avendo avuto la stessa risonanza di Cime Tempestose della sorella Emily, o di Jane Eyre di Charlotte Brontë.

Tre semplici ragazze vissute nella prima metà dell’800, che hanno avuto una vita tutt’altro che facile: si sono dovute scontrare con la morte prematura della madre e di due sorelle, con un fratello che ha perso il senno in giovane età, con una società in cui alle donne non era ancora concesso dar luce ai loro talenti artistici ma solo essere madri di famiglia e loro, nubili e senza figli, furono continuamente oggetto di pettegolezzi e sguardi accusatori.

Proprio per questo motivo quando decisero di pubblicare i loro romanzi lo fecero sotto falso nome, spacciandosi per i misteriosi fratelli Bell. Fu Charlotte a venire allo scoperto per prima, ed in seguito al grande successo di Jane Eyre fu forse l’unica a godersi un po’ della fama che meritava.

Torniamo quindi ad Anne Brontë: la sua eroina, Agnes Grey, è una giovane ragazza figlia di un pastore e di una donna che ha sacrificato agi e ricchezze per rincorrere la sua felicità. Ed è proprio in un momento di carenza economica che Agnes decide di andare a lavorare come istitutrice per poter offrire il suo supporto alla famiglia in difficoltà.

Ma il mondo può essere un luogo infimo per coloro che hanno un’innata bontà di cuore: entrambe le famiglie presso cui Agnes ha prestato servizio l’hanno accolta tutt’altro che a braccia aperte.

Persone arricchite e senza nessun riguardo nei suoi confronti, con una prole al seguito decisamente indisciplinata ed indomabile. Anni di sacrifici, bocconi amari, solitudine e frustrazione, intervallati da poche settimane di congedo per ritornare tra i propri affetti e godere di piccoli momenti di pace.

Le cose iniziano a prendere una piega diversa quando durante il suo impiego presso la famiglia Murray conosce il signor Weston, il coadiutore della parrocchia. Semplicità ed eleganza fanno subito breccia nel cuore di Agnes, che forse per la prima volta sente di aver trovato una persona fidata in un oceano di solitudine e freddezza.

Anche in seguito alla morte del padre, quando Agnes torna a casa per stare vicina ai suoi cari, i pochi ma saldi legami creati durante la sua permanenza ad Horton Lodge torneranno a darle un pò di conforto. Anche quelli inaspettati come Rosaline, la primogenita civettuola della famiglia Murray, che nonostante frivolezze e scelte di vita sbagliate, si rende conto di aver trovato nella sua istitutrice forse l’unica amica fidata.

“I legami che ci uniscono alla vita sono più tenaci di quanto lei non immagini; nessuno lo immagina, a meno di non aver provato fino a che punto si possan tendere senza spezzarsi.”

Agnes porta con sé insicurezze e fragilità, dolce e sottomessa, riflessiva e taciturna, agli antipodi rispetto a Jane Eyre, invece ribelle, testarda, controcorrente. Due personaggi in netto contrasto ma che riflettono la personalità delle donne da cui sono state immaginate e create.

Anne si rivolge con semplicità ed eleganza al suo pubblico, spesso si scusa quando si lascia andare a riflessioni personali pensando di annoiarlo, ed è proprio la sua umiltà, unita al carattere confidenziale con cui viene raccontata la storia, che ha conquistato negli anni il cuore dei suoi lettori.

“Ebbene, che cosa c’è di notevole in tutto questo? Perché l’ho raccontato? Perché era tanto

importante da farmi passare una serata lieta, una notte di sogni gradevoli e una mattina di felici

speranze. Vuota letizia, sciocchi sogni, speranze infondate, diranno i lettori.”

Veronica Saporito

Veronica Saporito: Specializzata in Finanza e Controllo presso una rinomata azienda nel settore della nutrizione sportiva. Appassionata lettrice, dal 2020 scrive di libri su Instagram dove è conosciuta come thatslibridine, e sul suo blog: www.libridine.net, a cui è legata anche una newsletter mensileCollabora con case editrici, uffici stampa, ed ha supportato come media partner il festival letterario comasco Parolario Junior.

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