Cosa succede quando visitiamo i luoghi di memoria dell’altro?

“Vi darò un cuore nuovo e metterò in voi uno spirito nuovo; Toglierò da te il tuo cuore di pietra e ti darò un cuore di carne” (Ezechiele 36:26). Questa immagine biblica, particolarmente significativa per ebrei, cristiani e musulmani, fa comprendere le questioni centrali di questo libro: come possa realizzarsi una maggiore disponibilità alla riconciliazione tra individui e gruppi che sperimentano la “sofferenza dell’altro”, anche nel bel mezzo di un conflitto prolungato come quello israelo-palestinese. Questo libro offre una raccolta di saggi scritti dai membri del team di un progetto transdisciplinare DFG tra l’Università di Jena, l’Università Ben Gurion, l’Università di Tel Aviv e il Wasatia Academic Institute.

Tra il 2013 e il 2021 ha avuto luogo il progetto tedesco-israelo-palestinese “Hearts of Flesh – not Stone: Encountering the Suffering of the Other” (“Cuori di carne – non di pietra: incontrare la sofferenza dell’altro”).

Con sede centrale presso l’Università Friedrich Schiller di Jena, sotto la direzione del Prof. Martin Leiner e la coordinazione del Dr. Francesco Ferrari, esso si è svolto in collaborazione con l’Università di Tel Aviv, l’Università Ben-Gurion del Negev, e il Wasatia Academic Institute. Un team trilaterale (tedesco-israelo-palestinese) ha studiato gli effetti della visita ai luoghi di memoria sulla volontà di riconciliazione tra gruppi. In particolare, nel contesto del conflitto israelo-palestinese, si è esplorato in che modo la visita di studenti palestinesi a campi di concentramento e sterminio come Buchenwald e Auschwitz, e di studenti israeliani ai luoghi della Nakba, possa avere conseguenze per i processi di riconciliazione tra questi due gruppi. 

Un simile assunto, si badi bene, non ha alla base la volontà di creare comparazioni livellatrici tra eventi storici che, in quanto tali, sono incommensurabili. Si tratta invece di riflettere, con i più accreditati metodi delle scienze umane e sociali, sul significato dai traumi collettivi che sono alla base di numerose identità di gruppo. Questo diventa particolarmente rilevante se si considera la spirale discendente che, partendo da un conflitto in corso, passa attraverso il misconoscimento della memoria dell’altro gruppo, conducendo alla disumanizzazione dell’altro (il che si lega sovente con il consolidamento della propria identità di gruppo) sancendo, in definitiva, il rinfocolamento delle ostilità. 

Incontrare la sofferenza dell’altro, visitare i luoghi di memoria su cui si basa la sua narrazione di gruppo, può allora spezzare tale spirale discendente – e aprire impensate risorse di pace e riconciliazione. 

Nel corso del progetto “Hearts of Flesh – not Stone” sono emersi diversi aspetti rilevanti per i processi di riconciliazione, che sono stati analizzati in profondità. Ad esempio:

  1. In che misura le narrazioni di gruppo siano importanti per la costruzione dell’identità di gruppo e non di rado portino a una tensione tra l’identità individuale e l’identità di gruppo; 
  2. In che modo l’empatia per la sofferenza dell’altro gruppo sia ostacolata dalla lealtà al proprio gruppo; 
  3. Come l’adozione della condizione di vittima come identità sia il risultato di un trauma culturale – e in che misura la competizione tra vittime influenzi un conflitto prolungato; 
  4. Perché la volontà di riconciliazione non possa essere separata dal riconoscimento dei bisogni fondamentali delle vittime e dei carnefici (nelle loro specifiche differenze).

A tal riguardo è sorto un volume collettaneo, “Encountering the Suffering of the Other: Reconciliation Studies amid the Israeli-Palestinian Conflict”, che qui presentiamo nella recensione del Professor Vladislav Dimitrov.

Francesco Ferrari 

“Encountering the Suffering of the Other: Reconciliation Studies amid the Israeli-Palestinian Conflict” (Vandenhoeck & Ruprecht, Gottinga 2023, 317 pagine).

“Encountering the Suffering of the Other: Reconciliation Studies amid the Israeli-Palestinian Conflict”, ovvero: “Incontrare la sofferenza dell’altro: Studi nel mezzo del conflitto israelo-palestinese” è un volume che approfondisce le intricate dinamiche del conflitto israelo-palestinese e le sfide della riconciliazione. Il libro, curato da Francesco Ferrari, Martin Leiner, Zeina M. Barakat, Michael Sternberg e Boaz Hameiri, offre una raccolta di saggi e prospettive che esplorano le complessità dell’incontro con la sofferenza dell’altro in questo conflitto di lunga data. In questa recensione, discuteremo i temi chiave, i punti di forza e le debolezze di questo contributo significativo agli studi sulla riconciliazione. 

Questo volume riunisce una gamma diversificata di studiosi, esperti e professionisti per esaminare gli aspetti multiformi dell’incontro con la sofferenza dell’altro nel contesto del conflitto israelo-palestinese. Il libro esplora le complessità della riconciliazione e il ruolo dell’empatia, della comprensione e del dialogo come possibile ponte tra israeliani e palestinesi. Attraverso vari casi di studio, analisi teoriche e narrazioni personali, gli autori mirano a far luce sulle sfide e sulle possibilità di riconciliazione in questo conflitto di lunga data.

Un primo tema-chiave è l’umanizzazione dell’altro. Il libro sottolinea la necessità di umanizzare entrambi i gruppi, riconoscendo la loro sofferenza e le loro esperienze condivise. Esplora come l’incontro con la sofferenza dell’altro possa portare a una maggiore empatia, comprensione e riconoscimento dell’umanità comune. Gli autori approfondiscono quindi il concetto di riconciliazione come potenziale guarigione delle ferite storiche e costruzione della fiducia tra israeliani e palestinesi. Esplorano vari approcci che mirano a promuovere la riconciliazione e a facilitare una pace sostenibile, tra cui: le iniziative di dialogo tra gruppi; il ruolo dei movimenti radicati nella società civile; i meccanismi di giustizia transizionale. 

Il libro affronta quindi i dilemmi etici e le sfide incontrate negli sforzi di riconciliazione nel conflitto israelo-palestinese. Esamina dunque questioni come la presenza di divergenti narrazioni storiche, di non coincidenti politiche della memoria, di squilibri di potere e di attori esterni, facendo luce sulla rilevanza di queste sfide nel perseguimento della riconciliazione. Il volume riunisce i contributi di una serie di studiosi, professionisti ed esperti, offrendo un’esplorazione multidisciplinare del conflitto israelo-palestinese. Questa gamma di prospettive diverse arricchisce l’analisi e fornisce una comprensione completa e articolata delle complessità legate all’incontro con la sofferenza dell’altro.

Il libro presenta quindi una serie di casi di studio. Questi offrono esempi di vita reale, illustrando le complessità del conflitto e mostrando gli sforzi e le iniziative che sono state intraprese per promuovere la riconciliazione. Il libro è in equilibrio tra le discussioni teoriche e le considerazioni pratiche. Non solo approfondisce i quadri teorici e l’analisi concettuale, ma incorpora anche intuizioni pratiche ed esperienze di prima mano di persone e organizzazioni impegnate negli sforzi di riconciliazione. Questo equilibrio aumenta la rilevanza e l’applicabilità del libro sia per gli studiosi che per i professionisti. 

Tuttavia, sebbene il libro copra un’ampia gamma di prospettive all’interno del contesto israelo-palestinese, possiamo intravedere un paio di limiti del medesimo. L’inclusione di una gamma più ampia di voci, comprese quelle dei palestinesi e degli israeliani che vivono al di fuori della regione, potrebbe arricchire ulteriormente l’analisi e fornire ulteriori approfondimenti. Il libro si concentra inoltre principalmente sugli sforzi di riconciliazione nell’ambito della soluzione dei due Stati. Sebbene questo sia un approccio prevalente, sarebbe stato utile includere narrazioni e prospettive alternative esplorando visioni diverse per la pace e la riconciliazione, ampliando la portata della discussione.

In conclusione, “Encountering the Suffering of the Other: Reconciliation Studies amid the Israeli-Palestinian Conflict” offre un contributo significativo al campo degli studi sulla riconciliazione. Attraverso la sua variegata raccolta di saggi, il libro fornisce un’esplorazione sfumata delle complessità legate all’incontro con la sofferenza dell’altro all’interno del conflitto israelo-palestinese. Offre preziose intuizioni sulle sfide e sulle possibilità della riconciliazione, sottolineando l’importanza dell’empatia, della comprensione e del dialogo nella costruzione di una pace sostenibile. Anche se il libro potrebbe beneficiare di una gamma più ampia di prospettive e di narrazioni alternative, il suo approccio transdisciplinare, gli approfonditi casi di studio e la miscela equilibrata di teoria e pratica lo rendono una risorsa preziosa per gli studiosi, gli operatori e le persone interessate alle complessità della riconciliazione nel conflitto israelo-palestinese.

Vladislav Dimitrov

Vladislav Dimitrov è un ricercatore di media e comunicazione\teosofia\scienze politiche. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Kiev, Ucraina con la tesi su “Il management come oggetto di riflessione filosofica”. Attualmente è professore associato della New Bulgarian University, Sofia, Bulgaria, e professore associato all’Istituto di Kiev of Business and Technologies, Kiev, Ucraina ed è anche ricercatore ospite del Centro Jena per gli studi sulla riconciliazione (Università Friedrich Schiller, Jena). I suoi interessi scientifici riguardano la comunicazione, le scienze politiche, le campagne di pubbliche relazioni, le lobby e il concetto di riconciliazione religiosa nei paesi post-sovietici e si concentra sugli attuali scopi, obiettivi e compiti di riconciliazione utilizzando prospettive moderne. Ha collaborato con Erasmus Plus, British Councill, Freie Universität Berlin, Jena Center of conciliations Studies. Politologo con esperienza pratica elettorale. Ha pubblicato più di 50 articoli scientifici.

Francesco Ferrari è ricercatore e docente presso l’Università Friedrich Schiller di Jena e l’Università Goethe di Francoforte; collabora con l’Accademia di Scienze e Lettere di Magonza; è coordinatore dello Jena Center for Reconciliation Studies; è autore di tre monografie dedicate al pensiero di Martin Buber e di vari saggi su e traduzioni di autori della filosofia e della cultura ebraica del XX secolo (tra cui Arendt, Buber, Derrida, Landauer, Scholem, Zweig); svolge attività di ricerca sul concetto di riconciliazione dopo Auschwitz, ed è editore dell’epistolario di Martin Buber nel progetto Buber-Korrespondenzen Digital.

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