Nel 1816 il cielo d’Europa è oscurato da un vulcano che ha eruttato un anno prima in Indonesia; per un anno non ci sarà estate e per due anni non ci saranno raccolti; c’è molto freddo, ci sono carestie e fame, inoltre è da poco finita l’avventura di Napoleone: ci sono veri e propri esodi di masse di gente in Occidente, spesso sotto la guida di qualcuno che annuncia la fine del mondo.
In quest’atmosfera apocalittica la giovanissima Mary Shelley si ritrova a Ginevra con il compagno e in seguito marito Percy Shelley, la sorellastra Claire e John Polidori a casa lord Byron. <<Fu un’estate piovosa e poco clemente>> affermò Mary dopo molti anni <<la pioggia incessante spesso ci costrinse in casa per giornate intere>>. E proprio una di quelle sere Lord Byron propose un gioco: ognuno avrebbe dovuto scrivere una storia di orrore e di fantasmi. Mary prese quel gioco molto sul serio, forse anche spinta dall’ambizione di dimostrare a Lord Byron il suo talento e in quella notte di tempesta la sua fantasia le donò un’idea visione che poi diventerà il suo primo romanzo Frankestein ovvero il moderno Prometeo, pubblicato anonimo nel 1818.

<<Vedevo- a occhi chiusi ma con una percezione mentale acuta- il pallido studioso di arti profane inginocchiato accanto alla ‘’cosa’’ che aveva messo insieme. Vedevo l’orrenda sagoma di un uomo sdraiato, e poi, all’entrata in funzione di qualche potente macchinario, lo vedevo mostrare segni di vita e muoversi di un movimento impacciato, quasi vitale. Una cosa terrificante perché terrificante sarebbe stato qualsiasi tentativo umano di imitare lo stupendo meccanismo del Creatore del mondo>>.
Mary insieme al poeta Percy Shelley, condurrà in quegli anni un’esistenza libera da convenzioni sociali e girovaga, in quanto essi ebbero tutto un loro modo particolare di costruirsi la vita in maniera anticonformista, vivendo come se fossero usciti da un romanzo e circondati da amici a loro volta poeti e scrittori. Mary Shelley, che può considerarsi una sognatrice e una ribelle, uno spirito libero e rivoluzionario, soprattutto in ambito letterario, era la figlia di due progressisti intellettuali inglesi: il filosofo politico e scrittore William Godwin e la femminista antesignana Mary Wollstonecraft.
Mery sarà a sua volta una precorritrice dei tempi, destinata a rivoluzionare la storia della narrativa; infatti darà vita al filone letterario della fantascienza con Frankestein e con il racconto Valerius, il romano resuscitato al senso narrativo del viaggio nel tempo, attraverso il personaggio di un antico romano che si risveglia nella Roma contemporanea all’autrice. Inoltre la Shelley ha creato il filone letterario della fantascienza apocalittica con il romanzo The last man (1826), in cui narra di un’epidemia del 2076 che viaggia per via aerea (vi ricorda qualcosa?) e che provocherà l’estinzione dell’umanità; ad essa sopravviverà un unico uomo, che però sarà anche lui destinato alla dipartita.
‘’Noi uomini abbiamo l’illusione di poter controllare la natura, in realtà alla natura basta fare così con il dito e può di nuovo distruggerci’’ dice l’autrice.
Mary Shelley può considerarsi una medium del suo tempo e al contempo una donna che pur non facendo dichiarazioni ideologiche femministe, tuttavia lotta per le donne attraverso gli argomenti letterari che propone. Ciò può ravvisarsi in particolare in Valperga, vita e avventure di Castruccio principe di Lucca’’ (1823), romanzo in cui l’autrice affronta in senso critico il tema di una civiltà patriarcale e guerriera in cui gli unici due personaggi femminili della narrazione sono invece la personificazione di una possibile società pacifista.
Come è noto, dopo la morte in Italia del marito Percy Shelley, la scrittrice ritornerà in Inghilterra e si dedicherà totalmente alla scrittura, soprattutto per mantenere il suo unico figlio rimasto in vita, Percy Florence.
Si vogliono ricordare, oltre al racconto Valerius di cui si è già accennato, altri racconti fantastici della grande autrice, ripubblicati da poco nella raccolta Metamorfosi e altre storie gotiche (Ed. La vita felice 2015) a cura di Franco Venturi.

Nel primo racconto della raccolta, Tranformation, riportato per la prima volta sul The Keepsake nel 1831, una pubblicazione annuale a cui la scrittrice contribuì con diversi racconti, si narra la storia fantastica di Guido che in preda all’orgoglio cede per qualche giorno le sue belle sembianze a un nano mostruoso in cambio di un forziere di tesori, rischiando così di perdere per sempre il suo aspetto e il suo amore. Il secondo racconto, The mortal immortal, scritto per The Keepsake nel 1833 narra di Winzy, che vive già da 323 anni ed è diventato immortale dopo aver bevuto l’elisir preparato dal suo mentore e alchimista Cornelio Agrippa, ma quest’ultimo morirà presto, in seguito anche la sua adorata moglie Bertha e il protagonista si sentirà condannato a una vita eterna e infernale.
Invece il terzo racconto, The Evil Eye, pubblicato anch’esso sul The Keepsake nel 1829, è la storia di Dmitri un albanese che subirà degli oltraggi dalla vita, diventerà un combattente feroce, ma alla fine si riconcilierà con l’esistenza.
Si tratta di una raccolta che rappresenta un piccolo capolavoro letterario in cui l’autrice realizza con un linguaggio aulico e attraverso la grande forza creativa che la caratterizza, una profonda indagine nell’animo umano: infatti la Shelley con questi piccoli racconti di letteratura gotica, attraverso il macabro e il soprannaturale, tratteggia le nostre paure più ancestrali e i nostri tormenti più inconsci.
Cristiana Buccarelli

