Diego e Margherita intervistano il Signor Paguro, di Cinzia Milite

Ciao bambini e bambine!

Ci chiamiamo Diego e Margherita e siamo dei super amanti degli animali. Un pomeriggio, mentre curiosavamo tra gli scaffali della biblioteca in cerca di libri sulla fauna terrestre è successa una cosa pazzesca: un tipo piuttosto bizzarro sentendoci esprimere il desiderio di fare quattro chiacchiere con gli animali, si è presentato dicendo:

“Sono il professor Cosmo Mundis e posso aiutarvi: di recente ho inventato il “Versoconver”. Si tratta di un computer in grado di convertire i versi degli animali in parole comprensibili dagli umani. Basta scegliere con quale animale parlare cliccando nel database. Al cospetto dell’animale scelto occorre accendere il microfono ed è fatta: i versi di qualunque animale non saranno più un mistero! “

Ci ha spiegato poi, che gli animali comprendono le parole degli umani da sempre. Il professor Mundis ci sembrava un tipo con qualche rotella fuori posto, ma alla fine abbiamo voluto sperimentare quell’incredibile invenzione e…non ci crederete: funziona!

Vi raccontiamo l’intervista alla Signora Paguro!

Diego: “Che giornata fantastica al mare, vero, Margherita?”

Margherita: “Sì, anche se l’acqua è ancora fredda per fare il bagno, camminare lungo la riva è davvero interessante. Troviamo conchiglie, sassolini e vetrini colorati levigati dall’acqua di mare…”

Diego: “Guarda là nell’acqua, Margherita! C’è un paguro!”

Margherita: “Sì, lo vedo… e guarda un po’ più in là, ce ne sono molti altri che sembrano dirigersi verso di lui. Chissà perché?”

Diego: “Dobbiamo chiederglielo!”

Margherita: “Hai ragione! Ehi, Signor Paguro! Io sono Margherita e lui è Diego. Siamo gli amici del…”

Signor Paguro: “Sì, sì, so chi siete! Siete gli amici del professor Mundis, famosi per fare interviste agli animali. Cosa volete sapere da me?”

Diego: “Grazie, Signor Paguro! Abbiamo notato che altri paguri si stanno avvicinando a lei. Perché?”

Signor Paguro: “Oh, non vogliono farmi del male! Noi paguri viviamo in colonie, ci piace stare insieme, in colonie di più di cento. Dormiamo ammucchiati e collaboriamo per trovare il cibo.”

Margherita: “Quindi l’unione fa la forza!”

Signor Paguro: “Esatto! E quei paguri si stanno avvicinando perché ho trovato una nuova casa…”

Diego: “Una nuova casa? Intende una conchiglia vuota?”

Signor Paguro: “ Ah bene,  bene…vedo che un po’ ve ne intendete di paguri e sapete già che per proteggere le parti più morbide del nostro corpo dobbiamo occupare delle conchiglie che ci fanno da casa e da corazza. Però, forse non sapete che man mano che i paguri crescono, devono traslocare in conchiglie più grandi.” 

Margherita: “Capito! Ma perché stanno tutti venendo da lei…”

Signor Paguro: “Perché tra poco ci organizzeremo per il trasloco. Ogni paguro si metterà in fila in base alla grandezza. Mentre il paguro più grande si sposta nel suo nuovo guscio, ogni paguro successivo entrerà in quello appena lasciato libero. Grazie a questa brillante strategia, ogni paguro avrà una nuova casa e nessuno si farà male.”

Diego: “Che organizzazione! Complimenti!”

Signor Paguro: “Grazie! Ora, prima che i miei amici arrivino per il trasloco, avete qualche libro sulle avventure dei paguri da consigliarmi?”

Margherita: “ Certamente! Le consigliamo un incantevole racconto intitolato “Una Casa per il Paguro Bernardo”, il celebre autore Eric Carle ci trasporta in un mondo di meraviglie sottomarine edito dalla casa editrice Mondadori. Qui, incontriamo il dolce paguro Bernardo, che, al crescere, avverte che la sua conchiglia non gli basta più: è giunto il momento di cambiare dimora, di abbandonare il noto per avventurarsi verso l’ignoto. Tuttavia, per rendere la nuova dimora altrettanto accogliente, Bernardo avrà bisogno dell’aiuto prezioso di nuovi amici: un anemone, un corallo, una stella marina, un riccio di mare e persino un misterioso pesce lanterna. Attraverso splendide illustrazioni, Carle ci conduce in un viaggio nelle profondità del mare, dove i cambiamenti, sebbene intimoriscano, si rivelano avventure straordinarie. Questo percorso tanto ambito è una scoperta di valori e sentimenti, un dono che si rivela nel momento stesso dell’incontro con l’altro, momento di crescita e meraviglia.

L’avventura di Bernardo risuona come una sinfonia dell’anima, riflettendo il percorso di crescita di ogni bambino, un cammino che promuove l’identità, l’autonomia e la competenza, accogliendo ognuno nel vasto abbraccio del mondo.

Inolltre le consigliamo anche “Pagurus e i suoi nuovi amici” di Caterina Burdino, un’albo illustrato capace di trasmettere ai piccoli lettori la gioia e l’incanto dell’essere insieme, dove le paure si dissolvono e l’amicizia risplende come una stella nel cielo.

Le avventure di Bernardo, cresciuto sulle sponde di un mare incontaminato, ci trasportano in un regno incantato degli abissi, dove ogni gesto è un’opera d’arte. Qui, l’amicizia diventa la chiave magica che apre le porte dell’avventura.

Attraverso le pagine di questo tenero albo illustrato, i bambini imparano che le paure spesso sono solo un’illusione, un velo che si dissolve di fronte alla fiducia in se stessi e negli altri. Bernardo, temendo di essere preda di un uccello, scopre invece che il mondo esterno è un meraviglioso spettacolo, e che l’uccello non è mai stato un nemico, ma un amico in potenza.

In questa storia, la magia della scoperta si intreccia con la lezione più profonda: che le paure possono essere superate, e che l’amicizia è la luce che guida il nostro cammino.”.

Signor Paguro: “Grazie! Passerò parola a tutti i miei amici paguri!”

Cinzia Milite

Diego e Margherita intervistano la Signora Polipo, di Cinzia Milite

Ciao bambini e bambine!

Ci chiamiamo Diego e Margherita e siamo dei super amanti degli animali. Un pomeriggio, mentre curiosavamo tra gli scaffali della biblioteca in cerca di libri sulla fauna terrestre è successa una cosa pazzesca: un tipo piuttosto bizzarro sentendoci esprimere il desiderio di fare quattro chiacchiere con gli animali, si è presentato dicendo:

“Sono il professor Cosmo Mundis e posso aiutarvi: di recente ho inventato il “Versoconver”. Si tratta di un computer in grado di convertire i versi degli animali in parole comprensibili dagli umani. Basta scegliere con quale animale parlare cliccando nel database. Al cospetto dell’animale scelto occorre accendere il microfono ed è fatta: i versi di qualunque animale non saranno più un mistero! “

Ci ha spiegato poi, che gli animali comprendono le parole degli umani da sempre. Il professor Mundis ci sembrava un tipo con qualche rotella fuori posto, ma alla fine abbiamo voluto sperimentare quell’incredibile invenzione e…non ci crederete: funziona!

Vi raccontiamo l’intervista alla Signora Polipo!

Diego: “Guarda, Margherita! L’acquario della nostra città è davvero fantastico. Dovevamo proprio venire qui per fare qualche nuova intervista, come abbiamo fatto con gli altri animali. Hai avuto un’ottima idea!”

Margherita: “Grazie, Diego! Guarda quanti pesci e altre creature marine meravigliose… Chi dovremmo intervistare oggi?”

Diego: “Sì, è davvero difficile decidere… Ehi, Margherita, guarda là! Qualcosa si sta muovendo su quella roccia!”

Margherita: “Sì, lo vedo! È un polipo! Prima si mimetizzava con il colore della roccia, ma ora che nuota, ha cambiato colore!”

Diego: “E se lo intervistassimo?”

Margherita: “Va bene. Seguiamo il consiglio del professor Mundis: avviciniamo il Versoconver, alla parete di vetro dell’acquario e parliamo al microfono… Signor Polipo, siamo amici del professor Mundis e vorremmo intervistarla, se è possibile.”

Signora Polipo: “Va bene, ma chiamatemi Signora Polipo.”

Diego: “Salve, Signora Polipo! Sappiamo davvero poco sui polipi. Potrebbe raccontarci qualcosa?”

Signora Polipo: “Certamente! Allora, sapete che i polipi hanno non uno, non due, ma addirittura tre cuori?”

Margherita: “Tre cuori? Wow!”

Signora Polipo: “Esatto! Due di questi cuori pompano il sangue alle branchie e il terzo mantiene la circolazione verso gli organi. Questo terzo cuore si ferma quando nuotiamo, il che spiega perché preferiamo strisciare invece di nuotare. Voi immaginatevi se uno dei vostri cuori smettesse di battere!”

Diego: “Oh, sarebbe un bel problema! Noi abbiamo solo un cuore.”

Signora Polipo: “Lo immagino! Ahahah!”

Margherita: “Ci racconti qualche altra curiosità!”

Signora Polipo: “Beh, sapete che il sangue dei polipi è blu? Si dice che il sangue blu sia segno di nobiltà tra gli umani.”

Diego: “Ahahah! Sì, è vero! Ma è interessante!”

Signora Polipo: “E sapete che siamo abbastanza intelligenti da usare gli strumenti? Alcuni polipi sono stati visti mentre usano oggetti come strumenti, come ad esempio due metà di un guscio di noce di cocco che portano con sé come casa mobile e le assemblano quando serve. E siamo anche bravi a risolvere enigmi e ad aprire barattoli, i custodi dell’acquario lo sanno bene!”

Diego: “Incredibile!”

Signora Polipo: “Che altro…Ah sì: i nostri tentacoli hanno una mente propria, lo sapevate? Circa due terzi dei neuroni di un polipo si trovano nei tentacoli, quindi possono agire di propria iniziativa, senza l’intervento del cervello. E se si staccano, ricrescono!”

Margherita: “Wow! Siamo sempre più stupiti! Grazie per tutte queste informazioni! Vorremmo ricambiare la gentilezza consigliandole un libro sui polipi.”

Signora Polipo: “Sarebbe fantastico! Chiederò al custode dell’acquario di leggerlo ai miei cuccioli!”

Margherita: “Vi consigliamo ‘Il polpo Bruno e i colori del mare’. È un libro bellissimo con illustrazioni stupende e una storia molto carina ed educativa sull’importanza dell’amicizia e sul fatto che la vendetta non porta da nessuna parte. Insegna ai bambini i colori primari e come mescolarli per crearne di nuovi, con una scheda informativa davvero interessante! Il protagonista, il polpo Bruno, è preso in giro dai pesci colorati intorno a lui per il suo colore un po’ anonimo. Ma quando decide di vendicarsi tingendo tutto di nero, si rende conto che quella scelta lo fa sentire in colpa. Allora chiede aiuto ai Pesci Primari, che gli donano i loro colori per riportare la gioia tra gli abitanti del mare.

Questo libro è un albo illustrato in rima che parla del potere dell’amicizia e dei colori. Il piccolo lettore seguirà il viaggio del polpo Bruno mentre scopre che la rabbia e la vendetta non servono a nulla, ma che la gioia dei colori può riportare l’armonia nel suo habitat. Imparerà anche come sono composti i colori, come si mescolano per crearne di nuovi e quali meraviglie possono nascere da queste combinazioni. La storia si conclude con una canzone da ascoltare e cantare tutti insieme grazie al QR Code: ‘La canzone di Bruno, polpo gigante!’. È stato scritto da Michela Pesci & Letizia Fuochi, con le illustrazioni di Michela Pesci, ed è pubblicato da Km Edizioni nella collana ‘Liberi Tutti’.”

Signora Polipo: “Grazie di CUORI!”

Cinzia Milite

Diego e Margherita intervistano la Signora e il Signor Cornacchia, di Cinzia Milite

Ciao bambini e bambine!

Ci chiamiamo Diego e Margherita e siamo dei super amanti degli animali. Un pomeriggio, mentre curiosavamo tra gli scaffali della biblioteca in cerca di libri sulla fauna terrestre è successa una cosa pazzesca: un tipo piuttosto bizzarro sentendoci esprimere il desiderio di fare quattro chiacchiere con gli animali, si è presentato dicendo:

“Sono il professor Cosmo Mundis e posso aiutarvi: di recente ho inventato il “Versoconver”. Si tratta di un computer in grado di convertire i versi degli animali in parole comprensibili dagli umani. Basta scegliere con quale animale parlare cliccando nel database. Al cospetto dell’animale scelto occorre accendere il microfono ed è fatta: i versi di qualunque animale non saranno più un mistero! “

Ci ha spiegato poi, che gli animali comprendono le parole degli umani da sempre. Il professor Mundis ci sembrava un tipo con qualche rotella fuori posto, ma alla fine abbiamo voluto sperimentare quell’incredibile invenzione e…non ci crederete: funziona!

Vi raccontiamo l’intervista alla Signora e al Signor Cornacchia!

Margherita: Ehi Diego, guarda quelle cornacchie laggiù in mezzo alla strada. Cosa staranno combinando?

Diego: Forse lo so: sembrano impegnate a sgranocchiare una noce. Dobbiamo avvicinarci per vedere meglio.

Margherita: Hai ragione, ora che siamo più vicini, le vedo bene: stanno proprio gustando il contenuto di una noce! Ma come fai a saperlo tu? E poi, qui intorno non ci sono alberi di noci, come hanno fatto a finire le noci sulla strada?

Diego: Eh, eh… ho avuto un sospetto perché una volta ho visto una cornacchia che faceva cadere una noce da un lampione per romperla e poi mangiare quello che c’era dentro, sulla strada.

Margherita: Oh, geniale! Non credi che dovremmo intervistarle? Potrebbero raccontarci tante cose interessanti sulle loro abilità.

Diego: Hai ragione, vediamo se hanno voglia di rispondere alle nostre domande… Signore Cornacchia, scusate, avete un minuto per noi? Siamo Diego e Margherita, gli amici del professor Mundis, e vorremmo farvi alcune domande.

Signor Cornacchia: Certamente, ma avrete a che fare con il Signor Cornacchia, che sono io, e la Signora Cornacchia qui accanto.

Margherita: Ops… va bene… ci scusiamo Signor Cornacchia…

Signor Cornacchia: Nessun problema, tranquilli. Diteci pure: cosa volete sapere da noi?

Diego: La prima domanda è: come avete pensato di rompere le noci facendole cadere dall’alto?

Signora Cornacchia: Prima di tutto, dovete sapere che noi cornacchie facciamo parte della famiglia dei Corvidi, uccelli super intelligenti.

Signor Cornacchia: Eh, cara… sembri il corvo presuntuoso dalla favola di Esopo, “Il Corvo presuntuoso e il pavone”.

Margherita: Quella del corvo che indossava le piume di pavone? Sì, la conosciamo! Cosa volete dire?

Signor Cornacchia: Esatto, quella. Ma se ricordate bene, quel corvo non ebbe un bel destino… dopo aver abbandonato la sua famiglia per unirsi ai pavoni, fu cacciato via da loro e anche dai corvi quando cercò di tornare. Noi, comunque, vogliamo solo dire la verità. Gli studi dimostrano che i Corvidi, come noi, sono tra le quattro specie capaci di creare strumenti: umani, oranghi, scimpanzé e corvi della Nuova Caledonia. Se troviamo un buon bastone, riusciamo ad affilare i ramoscelli biforcuti e li usiamo per raccogliere larve e vermi dai buchi nel legno, ad esempio.

Diego: Ah, ecco! Ho sempre pensato che foste intelligentissimi! Lasciate cadere noci negli incroci trafficati quando scatta il semaforo rosso, aspettate che le auto le schiaccino per aprirle e volate via quando il semaforo è verde. Che astuzia! 

Signor Cornacchia: Beh… ma sapete che le cose che facciamo sono abbastanza facili per noi corvi? E che ne pensate del fatto che possiamo ricordarci i volti?

Margherita: Davvero? Vuol dire che potete ricordare i nostri volti?

Signora Cornacchia: Esatto! Possiamo ricordare i volti, ma non solo. Se qualcuno ci fa del male, ce lo ricordiamo bene e, se lo incontriamo di nuovo, avvertiamo tutte le altre cornacchie del pericolo facendo un sacco di rumore con il nostro gracchiare!

Diego: Wow! Ma c’è ancora qualcosa che possiamo imparare su di voi? Siamo davvero molto curiosi!

Signora Cornacchia: Oh, ce ne sarebbe da parlare per ore, ma purtroppo non abbiamo molto tempo. Comunque, siamo uccelli monogami, viviamo con il nostro compagno o compagna per tutta la vita e facciamo persino il funerale ai nostri cari, radunandoci attorno ai loro resti.

Margherita: Che meraviglia! Siete davvero intelligenti e affettuosi! Possiamo ricambiare la vostra gentilezza consigliandovi un libro sui corvi?

Signora Cornacchia: Certamente!

Diego: Perfetto, allora vi consigliamo: “Il corvo e la luna” di Marcus Pfister (Nord-Sud edizioni). La storia racconta di un piccolo corvo che era diverso dagli altri. Aveva piume rade e non riusciva a volare bene come gli altri corvi. I corvi più grandi lo prendevano in giro e non volevano giocare con lui. Ma il piccolo corvo cresceva e imparava a volare meglio. Un giorno, i corvi più anziani lo sfidarono dicendogli che poteva giocare solo se volava fino alla luna e tornava indietro. Il piccolo corvo lo provò, ma non ce la fece. Poi, in una notte, sognò di volare fino alla luna e le sue ali diventarono d’argento. Ma quando si svegliò, si rese conto che era solo un sogno. Tuttavia, i corvi più grandi si scusarono con lui e lo invitarono a giocare. Mentre volavano insieme, videro una splendida piuma d’argento sull’ala del piccolo corvo, come un regalo speciale. La storia ci insegna che è difficile, ma importante, chiedere scusa quando facciamo qualcosa di sbagliato. Il giovane corvo, alla fine, decide di perdonare chi lo ha fatto sentire diverso. Ciò che impariamo è che dobbiamo apprezzare noi stessi e gli altri, senza preoccuparci troppo di cosa pensano gli altri e senza perdere la fiducia in noi stessi quando le cose si fanno difficili.

 Vi piacerà!

Signora Cornacchia: Grazie del consiglio! Adesso dobbiamo salutarvi. Se un giorno sentite gracchiare in alto, saremo noi a darvi un saluto. Ricordate? Noi corvi riconosciamo i volti!

Cinzia Milite