Kestutis Kasparavicius: Storia a strisce, traduzione Adriano Cerri (i Miniborei di Iperborea), di Cristina Marra

Surreale e eccentrico, eppure capace di calarsi nella quotidianità con i suoi acquerelli e le
sue storie intrise di humour con animali umanizzati che insegnano valori e sentimenti, è
questa la grandezza dello scrittore e illustratore lituano Kestutis Kasparavicius.

Autore di oltre sessanta libri di cui quindici tradotti in venticinque lingue, vincitore di premi
internazionali tra cui Illustratore dell’anno dell’Unicef nel 2003, entra nella collana i
Miniborei della casa editrice Iperborea, dedicata ai giovanissimi lettori con l’albo illustrato
Storia a strisce.

La collana di sei uscite annue nata per festeggiare i trent’anni d’attività include grandi voci della narrativa nordeuropea, accompagnate da altrettante eccellenze artistiche e ottime traduzioni che raccontano tematiche come la diversità, il pregiudizio, i sentimenti affrontate da autori quali Ulf Stark, Astrid Lindgren, Selma Lagerlof.

Formato più largo ma con la stessa altezza delle pubblicazioni Iperborea, i libri della collana I
miniborei hanno illustrazioni in bianco e nero o a colori.

“Storia a strisce” è uno spaccato di vita, un episodio della quotidianità vissuta in una famiglia di zebre e in particolar modo dalla piccola di casa.

Protagonista è la piccola Zebrina nata con le strisce e abituata a vederle ovunque.

Una mattina d’estate si reca al mercato con la mamma a fare la spesa, il mercato è così grande che ci si poteva trovare facilmente di tutto, Zebrina attratta dalla quantità di verdure va a curiosare e si perde tra i tavoli e le bancarelle.

“Se per caso ci perdiamo, cerca delle strisce” le aveva raccomandato la madre, eppure Zebrina circondata da strisce sulle cravatte, su calzini, su indumenti non riesce a individuare le strisce della sua mamma.

La ricerca di Zebrina procede nel parco, nella vicina spiaggia dove le strisce abbondano. Ci si somiglia in molti pur essendo di specie diverse , le strisce appartengono a tanti e le ritroviamo su abiti o pellicce.

Il tratto inconfondibile di Kasparavicius, la pienezza dei colori, le illustrazioni a tutta pagine
fanno emergere un’arte fatta di dettagli ben rappresentati, dell’utilizzo di un surrealismo
perfettamente amalgamato con la realtà.

Ma allora anche la musica può essere a strisce? Non serve uniformarsi o cercare i nostri simili ma basta sentirci tutti a strisce, tutti uguali nelle piccole diversità e quindi il quotidiano e la galoppante fantasia si fondono in un racconto che è poesia .

Cristina Marra