Teodoro Cafarelli | Libreria Capitolo 18 di Patti (ME) di Cristina Marra

Teodoro benvenuto nella rivista Il Randagio. Dal 2015 hai aperto la libreria Capitolo 18 a Patti. Quanto ti senti un libraio randagio ma fortemente legato al tuo territorio?

La scelta di diventare totalmente indipendente nel percorso lavorativo dal 2015 nasce proprio dalla voglia di essere più presente su tutto il territorio della costa tirrenica attraverso le innumerevoli attività di promozione del libro. In un mercato che per varie ragioni guarda con interesse all’ omologazione attraverso marchi consolidati, essere un libraio indipendente oggi non può che farti sentire un randagio. 

Il legame con il territorio è forte perché nasce ormai più di venticinque anni fa e si rafforza nel tempo attraverso una presenza costante e collaborazioni fondamentali con tante realtà culturali, scuole, biblioteche. Il fatto poi di avere la Libreria in una cittadina di circa tredici mila abitanti ti da la possibilità spesso di vedere concretizzarsi il tuo lavoro.

La libreria è uno spazio che hai creato personalmente con una cura per i dettagli e per l’accoglienza. Che significa essere un libraio per te?

Per risponderti a questa domanda uso una bellissima frase di un mio collega Fabio Lagiannella, nominato lo scorso 26 gennaio libraio dell’anno dalla scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri.

“C𝘪 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘦 𝘱𝘰𝘦𝘵𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘭𝘢𝘷𝘰𝘳𝘰. 𝘕𝘰𝘯 𝘭𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘦𝘮𝘮𝘰 𝘴𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘤𝘰𝘴ì. 𝘌 𝘤𝘳𝘦𝘥𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘢 𝘱𝘰𝘦𝘴𝘪𝘢 𝘱𝘪ù 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪𝘢 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘢𝘪𝘰 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘌𝘚𝘚𝘌𝘙𝘓𝘖. 𝘌𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘭𝘪𝘣𝘳𝘢𝘪𝘰. 𝘌 𝘯𝘰𝘪 𝘭𝘰 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰.”

Ecco dietro questa definizione c’è un mondo. Non è solo una professione, è una missione, una visione. Un libraio deve essere radicato nell’ambiente in cui opera, deve incontrare gente, essere disponibile all’ascolto prima e capace di dare risposte rassicuranti dopo. Alcuni miei colleghi hanno proprio declinato il nome stesso del proprio luogo di lavoro in “farmacia letteraria”. Perché se un farmaco può curare un malessere fisico, un buon libro può essere salvifico per la nostra anima. Non cambierei il mio lavoro per niente al mondo!

In libreria giganteggia un mosaico col volto di Dalì, perché ti piace come artista?

La mia passione per il surrealismo non poteva che portarmi all’arte di uno dei massimi esponenti della corrente. 

Di Dalì infatti mi ha sempre affascinato la sua apparente spregiudicatezza, quel suo sperimentare continuamente. Se vogliamo anche il mio mestiere richiede una buona dose di spregiudicatezza, ma allo stesso tempo molta competenza in quello che si fa. 

Capitolo 18, il nome non è legato a un capitolo di un libro ma a cosa?

Quando decisi di svoltare nel 2015 pensai a tutto, anche all’immagine di quello che stavo creando. Progettai l’insegna della Libreria che è un enorme libro aperto con inglobate le due vetrine. Da quella scelta mi venne in mente di chiamare la Libreria “Capitolo”, ma dovevo aggiungere un numero a questo paragrafo. Non mi andava di mettere il più ovvio e cioè “Capitolo2”, ma decisi di ispirarmi ad uno dei film più famosi di Massimo Troisi e cioè “Ricomincio da tre”

Avevo già vissuto lavorativamente i primi diciassette anni o capitoli della mia vita in un’altra realtà e quindi decisi di ricominciare da “18”.

Sei molto attivo a Patti  alle isole Eolie  e sul territorio circostante. La tua promozione della lettura è particolarmente rivolta alle scuole e ai piccoli lettori. Quali sono le attività che ti piacciono di più?

Le attività sono davvero molte e di vario genere. Dalle presentazioni di libri con gli autori alle collaborazioni con diversi festival. Dalla promozione di testi scolastici ai Progetti Lettura nelle scuole. Amo molto stare in libreria quando non sono in giro per le varie attività e fare proprio il Libraio, star lì a consigliare le mie scoperte letterarie, ma la cosa che mi piace di più è leggere ad alta voce a partire dalla prima infanzia e poi con i più grandi.

Libraio ma prima di tutto lettore. Quali sono i tre libri dello scorso anno che hai apprezzato e con quale titolo hai iniziato il 2024?

Difficilissima domanda perché leggo davvero tanto e soprattutto in modo eterogeneo. Conosco molti scrittori e non vorrei dispiacere qualcuno quindi non ti dirò nessun titolo tra quelli delle mie conoscenze. Ti darò tre titoli scoperti per caso che mi sono piaciuti tantissimo, in ordine casuale. 

  • “Agrumi. Una storia del mondo” di Giuseppe Barbera per Il Saggiatore 
  • “Leggere piano, forte fortissimo” di Alice Bigli per Mondadori 
  • “Che cosa fa la gente tutto il giorno” di Peter Cameron per Adelphi 

Il 2024 l’ho aperto con “Mariolina” di Maurizio Ponz de Leon pubblicato per Edas edizioni. Una biografia familiare con il ‘900 messinese sullo sfondo, un periodo segnato prima dal terremoto del 1908 e poi dalle due guerre mondiali.

La libreria ha un salottino esterno e lì svolgi tanti incontri e attività, è anche da lì che i libri camminano e diventano randagi?

Certamente si, i portici sotto cui c’è la Libreria sono stati da sempre scenario di incontri, presentazioni, reading, musica e tanto altro. La cosa che diventa più randagia in assoluto sono le poesie che fuoriescono dal distributore collocato proprio all’ingresso. È bellissimo vedere tanti studenti, all’uscita di scuola mettere la monetina da un euro, prendere il verso assegnato dalla sorte e poi muoversi verso la piazza leggendolo ai compagni. 

Ma per il futuro ho in mente altre idee per quei portici…

Cristina Marra

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